Continua anche nella Piana del Sele la protesta degli agricoltori, che ha assunto nella cultura di massa il nome di “protesta dei trattori”. E sono proprio questi mezzi ad essere diventati i simboli di quanto sta accadendo tanto in Italia quanto all’estero. Non esente è la provincia di Salerno che ha visto un presidio da venerdì degli agricoltori. Nell’area antistante lo stadio intitolato a Luigi Pastena si sono riuniti gli operatori del settore della Piana del Sele, ma ci si aspettava che la partecipazione fosse maggiore. Nella giornata di ieri, poi, al presidio sono andati anche gli amministratori della Piana del Sele, tra cui il sindaco di Eboli Mario Conte e il neo assessore di Battipaglia Mauro Sangiovanni. Essi hanno portato la loro vicinanza a chi manifestava, dicendo loro di essere al loro fianco in tutte le battaglie che saranno portate avanti. La protesta dovrebbe chiudersi oggi, quando i trattori andranno via.
Le richieste
«Siamo qui – dicono – per sollecitare misure che possano permettere la sopravvivenza delle numerose aziende agricole della zona. La Piana del Sele conta numerose aziende che operano non solo nel settore dell’allevamento bufalino e degli ovini ma anche nella quarta e quinta gamma dell’ortofrutta». Le ragioni della protesta sono quelle espresse dagli agricoltori di altre località: «si va dall’aumento del costo delle materie prima a quello dei carburanti. I prodotti però finiscono sul mercato – denunciano – sempre allo stesso prezzo, cancellando così di fatto qualsiasi margine di guadagno o addirittura della copertura delle spese. A rischio sono prevalentemente le piccole e medie imprese, per la stragrande maggioranza a conduzione familiare che devono fare i conti anche con la difficoltà di reperire la manodopera». «Se anche oggi hai mangiato – si legge su un trattore (nella foto) – ringrazia il signore e un agricoltore». E si può riassumere esattamente così l’intera movimentazione, sia in Italia che all’estero, dove la protesta ha assunto connotati molto più importante con tafferugli e una città, Bruxelles, dove ha sede il Parlmento Europeo, messa a ferro e fuoco. «Ovviamente non vogliamo arrivare a quel punto – fanno sapere – ma se le nostre richieste rimarranno inascoltate, andremo a Roma e ci faremo sentire con forza».
Non solo trattori
Al presidio battipagliese, non erano presenti solo gli agricoltori e i lavoratori del settore, ma anche i macellai, altri attori della filiera. L’Unione Macellai della Regione Campania, nella figura del presidente Francesco Maiorano, titolare di un’attività commerciale a Battipaglia, scende in campo insieme ai colleghi: «È un circolo vizioso – le sue parole – quando aumentano i costi dei prodotti agricoli, ci sono i rincari anche per le carni e dunque l’aumento dei prezzi per il consumatore finale. Dobbiamo fare qualcosa al più presto». Una situazione, dunque, che di certo è destinata ad avere risvolti ed altre puntate di quello che si candida ad essere l’ennesimo grave problema dell’economia sia italiana che europea.