Pina Ferro
Per la morte di Nicola Acampora i giudici del tribunale di Salerno hanno inflitto in totale 6 anni e 8 mesi a carico dei tre imputati. Nel dettaglio sono stati condannati: a 2 anni e 6 mesi il caposquadra Giuseppe Greco, 2 anni e 8 mesi al datore di lavoro Gerardo Gaeta, 1 anno e sei mesi al tecnico della Regione Antonio Sansone. L’accusa era di omicidio colposo.
Secondo gli inquirenti l’operaio di Agerola non avrebbe ricevuto alcun tipo di formazione per quell’incarico, così da essere definito nel capo d’imputazione “poco esperto e non addestrato”. «Non era un rocciatore – ha sottolineato in passato la moglie – Era stato assunto come manovale, aveva lavorato per quindici giorni a giugno ed era stato richiamato solo dieci giorni prima della tragedia». l quarantunenne era impegnato, assieme ad altri colleghi, per conto di una ditta di Cava de’ Tirreni, a mettere in sicurezza uno sperone di roccia dal quale, più volte nel corso degli ultimi anni, si erano distaccati dei massi, mettendo a rischio l’incolumitá pubblica, in localitá Civita, nel territoriodi Ravello. Il costone a cui stava lavorando è quello in via Comunale, nella traversa Dragone. Acampora precipitò da un’altezza di cinquanta metri finendo su un cumulo di terra, e l’impatto lo uccise sul colpo. A rendersi conto di cosa fosse accaduto sono stati i proprietari di un terreno, che si trova poco al di sotto della pedonale che da Atrani si inerpica fino a Pontone, una delle frazioni di Scala, che hanno rinvenuto il corpo del povero operaio.
E per la Procura quella morte poteva essere evitata.