Per la morte di Barberio condanna bis per l'imprenditore - Le Cronache Cronaca
Cronaca San Gregorio Magno

Per la morte di Barberio condanna bis per l’imprenditore

Per la morte di Barberio condanna bis per l’imprenditore

Operaio cadde dal tetto di un capannone mentre stava effettuando lavori di riparazione la domenica delle Palme di 9 anni fa: titolare della falegnameria condannato anche in secondo grado. Sconta due anni di reclusione, sei in meno rispetto al primo grado di giudizio. La Corte d’Appello di Salerno ha in gran parte confermato la sentenza emessa nel 2024 fa dal giudice di prime cure per la morte di Giuseppe Barberio, 50 anni, falegname che perse la vita il 21 marzo 2016 a San Gregorio Magno. Il titolare rispondeva di omicidio colposo per conseguenza di violazione delle norme poste a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. Parte civile in un giudizio si era costituito anche l’avvocato Aldo Avvisati, del foro di Torre Annunziata, per conto di un sindacato dei lavoratori. Secondo la ricostruzione, il titolare della falegnameria avrebbe commissionato a Barberio, suo conoscente, dei lavori per la riparazione del tetto del capannone senza che l’incaricato avesse i requisiti d’idoneità, capacità organizzativa e mezzi per l’esecuzione dei lavori in assoluta sicurezza. Anche lui falegname artigianale, ma del tutto privo di competenza tecnico–professionale per eseguire lavori pericolosi e di mezzi di protezione contro la caduta dall’alto, mentre si trovava sul tetto del capannone per effettuare i lavori commissionati Barberio poggiò il piede sul materiale plastico del lucernaio, provocandone lo sfondamento e precipitando al suolo da un’altezza di circa 5 metri. Il 50enne cadde sulle cataste di tavole sottostanti, battendo la testa e perdendo così la vita per le gravi fratture riportate. Il corpo del lavoratore fu ritrovato solo il giorno dopo. La Corte d’Appello salernitana ha confermato le condanne al risarcimento dei danni in favore di tutte le parti civili costituite. Disposte per 36 mila euro in favore della figlia, 28mila in favore della madre e 20mila in favore del fratello della vittima.