di Pina Ferro
Hanno lavorato per anni a diretto contatto con l’amianto ed oggi stanno facendo i conti con gravi e seri problemi di salute. Si tratta di soggetti che per anni hanno presato servizio all’interno dello scalo potuale di Salerrno. In tanti, oggi in pensione, si ritrovano a fare i conti con delle gravissime patologie. E numerosi sono anche già stati i decessi. Nessuna certezza tra le neoplasie diagnosicae e l’esposizione all’amiano ma sta di fatto che per anni hanno lavorato a diretto contatto con la sostanza altamene cancerogena. L’esposizione all amianto agli allora lavoratori fu comunicato, non in tempi celeri. Ma la comunicazione servì a ben poco, considerato che hanno continuato a lavorare negli spazi dove era presente la stessa. Alcuni dei dipendenti esposti all’amianto hanno avuto dei benefici, come spiega Vincenzo D’Agostino della Filt Cgil. I lavoratori della compagnia portuale “Flavio Gioia” che ne hanno fatto richiesta hanno avuto la possibilità di andare in congedo lavorativo in anticipo rispetto ai tempi normativi. Questo grazie ad una legge dello stato che prevedeva che tutti coloro che nell’anno 1993 vessero lavorato per dieci anni di seguito nel porto potevano beneficiare del 50 % in più dei contributi. Qundi avrebbero avuto 5 anni in più contribuivi. <Non è stato facile accedere alla normaiva – spiega il papà del rappresentante sindacale D’agostino all’epoca dei fatti anche egli impegnato in prima linea nella tutela dei lavoratori – abbiamo innescato un iter giudiziario, ci siamo affidati ad un avvocato che ci ha seguito passo passo ed alla fine abbiamo ottenuto l’applicazione della legge. Stessa cosa non è avvenuta per le altre società presenti all’interno dello scalo portuale di Salerno>. Il problema stava nel fatto, spiega l’ex dipendene, che mentre noi eravamo tutti soci quindi abbiamo dato incarico ad un solo avvocato i collegh, dipendenti delle alre società dovevano agire singolarmene e non sempre si aveva la possibilità. <Si, anche io ho lavorato a diretto contatto con l’amianto – ricorda il papà di D’Agostino – la sosanza la vedevi, c’era e tutti ne siamo stati a contatto. Ovviamene, all’epoca non sapevi i danni che derivavano dall’esposizione alla sessa. Sarà stato un caso o vi è realmene un nesso , questo non possiamo saperlo ma solo qualche giorno fa è deceduto un alro mio ex collega di lavoro a cui era stata diagnosticata una neoplasia>.