Vasta operazione contro la diffusione di materiale pedopornografico della polizia postale per la Campania in varie regioni d’Italia: notificate una decina di ordinanze di custodia cautelare ed eseguite numerose perquisizioni. Scoperto un gruppo di insospettabili che divulgava materiale pedopornografico – oltre 5 milioni di file di immagini e video di grande crudezza – utilizzato dal gruppo che operava sul Deep web, sfruttando l’anonimato garantito da questa sottorete.
L’indagine è stata condotta dalla Sezione di Salerno del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Campania – diretto dal dott. Domenico Foglia – al termine della quale il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, dott. Franco Roberti, ha disposto l’esecuzione di dieci misure di custodia cautelare e di numerosi decreti di perquisizione nei confronti di diversi soggetti, operanti sull’intero territorio italiano.
L’inchiesta ha consentito di individuare il più grande archivio pedopornografico mai rinvenuto nel corso di una investigazione in Italia. Le indagini hanno avuto inizio nel momento in cui, all’interno del deepweb, sono stati rinvenuti alcuni siti anonimi attraverso i quali gli utenti, oltre a pubblicare e a scambiarsi materiale pedopornografico, discorrevano in ordine: alle modalità attraverso le quali è possibile adescare i minori; alle sostanze stupefacenti da somministrare alle giovani vittime (per evitare che si ribellassero o memorizzassero i soprusi subiti); alle violenze perpetrate; alla esaltazione del c.d. amore pedofilo.
Il materiale rinvenuto si presenta accuratamente suddiviso in sezioni. Segnatamente: nel settore definito soft, le immagini ritraggono bambini nudi; in quello denominato hard, i files contengono immagini di bambini sessualmente violentati; in quello chiamato hurt, i documenti sono inerenti a violenze sessuali e a torture; in quello denominato death, i files documentano I’apparente uccisione dei bambini violentati.
Estremamente sofisticato è il connotato organizzativo dell’associazione. Sono emerse, infatti, rigide procedure di accesso e stringenti regole disciplinanti la permanenza nel sodalizio degli adepti. Parimenti complessa è apparsa anche la struttura piramidale dell’apparato gerarchico. Così pure, del resto, la procedura di adesione.
L’aspirante intraneo, infatti, per aderire ad un sito riconducibile all’associazione, è tenuto, in primo luogo, ad installare un software dedicato per l’accesso alla rete; per creare, poi, un proprio spazio web, deve munirsi di un ticket – o biglietto di invito – rilasciato da un promotore/amministratore; deve individuare, infine, attraverso il passa parola tra gli iscritti, gli indirizzi url contenenti il materiale pedopornografico (all’interno della rete, infatti, i domini ed i loro contenuti non sono indicizzati).
La permanenza nell’organismo è assicurata solo dal rispetto incondizionato di una stringente normativa. In caso contrario si pensi, ad esempio all’ipotesi che il socio compia operazioni di hacking e/o di profiling conto i provider o contro altri utenti -, inesorabilmente scattano policy diesclusione. La individuazione degli affiliati italiani è staîa resa possibile dalla adozione di innovative.
Tecniche investigative – che, tra I’altro, hanno comportato la sperimentazione di nuovi software e la messa a punto di uno studio di fattibilità di originali forme di intercettazioni telematiche – e dalla quotidiana e meticolosa opera di alcuni agenti della Polizia Postale di Salerno, i quali, dopo essere stati autorizzati ad infiltrarsi in regime di sottocopertura nelle maglîe dell’organizzazione, hanno acquisito i necessari trust dei divelsi pedofili tanto da riuscire ad identificarli facendoli navigare su siti dove non era garantito né I’anonimato né la non tracciabilità.
Tra gli indagati anche una donna siciliana che ha prodotto e pubblicato fotografie che la ritraggono mentre, vestita da suora, compie atti sessuali con il proprio figlio di otto anni.