di Andrea Pellegrino
«Dalla parte del Pd sento un sostegno pieno e totale». Vincenzo De Luca, di ritorno da Roma, dopo l’incontro con Luca Lotti ribadisce la sua linea, nonostante le indiscrezioni che sarebbero trapelate dal vertice di Palazzo Chigi. Matteo Renzi, infatti, con molta probabilità non verrà in Campania e quasi sicuramente sta lavorando ad un piano B per questa regione. Così come non ci saranno i “big” del partito tirati in ballo da Vincenzo De Luca più volte. Alla fine la campagna elettorale, il candidato presidente – se resisterà fino alla fine – dovrà farsela da solo. Questo il messaggio – in sintesi – che Lotti avrebbe trasferito a Vincenzo De Luca, che già lunedì all’Ateneo salernitano aveva incontrato – senza raggiungere il risultato atteso – Graziano Delrio. A quanto pare durante la sua visita capitolina pare che De Luca abbia chiesto invano di incontrare Matteo Renzi. Soprattutto alla richiesta ripetuta di Lotti di un “passo indietro”. Ma il summit si sarebbe concluso con un nulla di fatto. O meglio, con la sola certezza che il Pd nazionale è lontano mille miglia da Vincenzo De Luca.
IL PD ANNULLA GLI INCONTRI E se due indizi fanno una prova, il secondo (indizio) va verso l’annullamento – per una concomitante riunione di partito – dell’appuntamento di sabato promosso da Gianni Pittella che avrebbe voluto sancire definitivamente la pace politica portando a Napoli Orlando, Guerini ed Orfini e naturalmente Vincenzo De Luca. Ed, invece, tutto rinviato a data da destinarsi. Già nei giorni scorsi Guerini era venuto meno all’invito e la presenza di Orlando (indicato come possibile candidato nel caso di ritiro di De Luca) era finita in forse. Poi ieri l’annuncio del rinvio, con buona pace dei vertici e delle componenti del Partito democratico che lavorano ancora per trovare una disperata soluzione che tolga il Pd dall’imbarazzo nazionale. Se la Cassazione dovesse confermare quanto richiesto dalla procura generale del Palazzaccio – in merito alla Legge Severino – a pochi giorni dal voto (precisamente il 26 maggio) il reintegro immediato di Vincenzo De Luca, nel caso in cui dovesse vincere le elezioni, non sarebbe così scontato. Non fosse altro che a differenza di quanto accaduto a Salerno o a Napoli, per sospendere gli effetti della legge Severino De Luca si dovrà rivolgere al giudice ordinario. Renzi per ora resta zitto, nonostante le rassicurazioni che De Luca tenta di dare ai suoi elettori. Al Nazareno si sa che quel che è accaduto in Campania non ha precedenti e che il pasticcio ormai è fatto ed ogni opera politica ora sarebbe rivolta solo a “limitare i danni”. Ad eccezione di clamorose novità che potrebbero esserci fino alla presentazione delle liste e quindi della candidatura alla presidenza di Vincenzo De Luca.
NCD ED IL PRESSING SU CANTONE A Roma, il Pd valuta anche l’accordo in Campania con Ncd e tutti sanno che Angelino Alfano potrebbe cedere alle “lusinghe” politiche di Renzi solo con Orlando candidato. Non fosse altro la candidatura del Guardasigilli libererebbe una casella importante dell’esecutivo nazionale, mettendo in gioco tutte le carte. A quanto pare sembra che sempre il Pd nazionale abbia commissionato un sondaggio per valutare il “peso” di eventuali candidati extra De Luca. Tra questi naturalmente Orlando ma anche Enzo Amendola. Ma se i democrat tengono in ostaggio loro stessi in Campania anche il centrodestra – benché sia al governo della Regione – non è da meno. Lo stesso Caldoro prima di ufficializzare al cento per cento la sua ricandidatura attende ancora risposte dal Nuovo centro destra. Per ora, quanto ai centristi, si può fidare solo di Nunzia De Girolamo che in più occasioni ha ribadito il sostegno all’attuale governatore mentre l’altra parte del partito pensa già ad un accordo a sinistra. Infine l’ultima carta a sorpresa potrebbe essere Cantone. Con lui – dicono – si vince ad occhi chiusi. E non solo. Nessuno potrà dirgli mai di no. Da Vincenzo De Luca fino ad Angelino Alfano. Sull’ex pm il pressing di Matteo Renzi nelle ultime ore è fortissimo.