
Dopo le dimissioni di Franco Alfieri anche il Pd rompe il silenzio. A dire la sua è il deputato salernitano Piero De Luca che evidenzia il «senso di responsabilità» dell’amministratore, a processo per corruzione, turbata libertà degli incanti e associazione per delinquere: «Franco Alfieri ha deciso di rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco di Capaccio Paestum e di Presidente della Provincia. Gli riconosciamo il senso di responsabilità per una scelta volta ad evitare ulteriori speculazioni e strumentalizzazioni politiche che coinvolgano gli enti interessati. Ribadendo la piena fiducia nell’operato della magistratura, auguriamo a Franco di poter dimostrare, nel corso del processo, la sua totale estraneità rispetto agli addebiti contestati», ha dichiarato l’onorevole De Luca. «Seguiamo la vicenda giudiziaria che interessa Franco Alfieri con grande attenzione e massimo rispetto per la Magistratura. Siamo convinti che Alfieri riuscirà, nel corso del processo, a dimostrare la sua totale estraneità rispetto alle contestazioni elevate provvisoriamente a suo carico», ha detto il segretario provinciale del Pd, Enzo Luciano. «Siamo e restiamo garantisti. Ma conosciamo anche i tempi lunghi prevedibili per la conclusione dell’iter giudiziario. Concordiamo, dunque, sulla decisione dell’amico Franco – al quale rinnoviamo apprezzamento per la sua attività amministrativa – di rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco di Capaccio Paestum e, di conseguenza, di Presidente della Provincia di Salerno – ha aggiunto Luciano – Conosciamo la sua dedizione per i territori e le comunità amministrate ed apprezziamo ancor di più pertanto la sua dolorosa decisione. Le sue dimissioni spazzano via ogni pretesto di attacco da parte di chi si professa garantista ma, poi, esercita la sua funzione a giorni alterni ed a seconda delle convenienze». A far arrivare un messaggio al sindaco dimissionario è il collega di Agropoli Roberto Antonio Mutalipassi che affida ai social il suo pensiero: «Le dimissioni dell’amico Franco Alfieri, che seguono di qualche giorno la pronuncia della Cassazione, rappresentano un gesto di rispetto verso le Istituzioni e i cittadini. Mi sento di esprimere nuovamente a lui tutta la solidarietà e vicinanza in questo momento di particolare difficoltà che sta vivendo. Una decisione sicuramente sofferta per chi come lui è uomo delle Istituzioni da alcuni decenni, il quale in tanti anni vissuti quale amministratore ai vari livelli ha dimostrato competenza e capacità – ha detto il primo cittadino – Grazie alla sua esperienza, il decisionismo, la visione, ha trasformato le idee in fatti concreti portando a mutare tangibilmente e in positivo ogni realtà che ha amministrato, guadagnandosi sul campo il ruolo di leader del territorio. Rimaniamo fiduciosi nell’operato della Magistratura, confidando che la verità possa emergere quanto prima possibile». Parla di «meccanismo perverso» rispetto «all’obbligo morale di dimissioni» il sindaco di Benevento e leader di Noi di Centro Clemente Mastella. «Circa le vicende giudiziarie che in queste ore suscitano clamore in Campania occorre parlare un linguaggio molto schietto e netto, un linguaggio di verità. E sollecitare una riflessione sincera da parte della classe dirigente di ogni colore. Quando l’intero partito di cui ero leader, l’Udeur, fu messo sotto assedio giudiziario mi dimisi da Ministro della Giustizia. Fu la più grave ingiustizia mai perpetrata in Italia, in epoca repubblicana, ai danni di una formazione politica: mai prima di allora un intero partito era stato tacciato di essere un’associazione a delinquere, sottoposto ad una gogna terribile, poi smontata completamente dalle sentenze. Mia moglie Sandra, che pure finì ai domiciliari, ritenendo ingiusto quell’assalto giudiziario e volendo rivendicare la sua assoluta estraneità e innocenza, fece una scelta diversa, una scelta di coraggio che poi le fecero pagare, restando presidente del Consiglio regionale. Oggi dico, alla luce del proscioglimento da ogni accusa con formula piena, che ebbe ragione lei e non io», ha detto Mastella. «Per un politico che viene riconosciuto innocente non c’è e non può esserci nessun risarcimento postumo: viene immediatamente risucchiato nel sifone del tritacarne giudiziario e mediatico e la sua carriera macchiata in maniera indelebile. C’è una generale ipocrisia che contagia destra e sinistra: se gli avvisi e le misure giudiziarie sono notificati a personaggi di una parte, dall’altra si invocano le dimissioni. E viceversa, come si seguisse un copione infantile e farisaico. La verità è che un presunto obbligo morale di dimettersi, prima che arrivino le sentenze, rischia solo di perpetuare un meccanismo perverso che compromette i principi basilari dello Stato di diritto e delle garanzie morali e giuridiche degli individui e della politica», ha poi aggiunto il primo cittadino di Benevento, commentando la decisione assunta ieri da Franco Alfieri.