di Andrea Pellegrino
Da buon democristiano si è fatto mandar via, seguendo un copione noto. Il rettore (ancora per un mese) dell’Ateneo salernitano e presidente del Consiglio comunale di Napoli, Raimondo Pasquino, ieri ha ricevuto il benservito da Lorenzo Cesa. Il motivo? La votazione favorevole di Pasquino, insieme al suo collega di aula Lebro (anche quest’ultimo mandato via dall’Udc), al bilancio del Comune di Napoli. Insomma il rettore salernitano ed il suo collega hanno sostenuto la linea de Magistris, facendo, naturalmente infuriare i vertici dell’Udc. Fino all’epilogo di ieri, quando Cesa ha indicato la via d’uscita a Pasquino e ai dissidenti. «Comportamento inspiegabile», per il deputato Giuseppe De Mita, seppur c’è chi giura che il rettore ormai da mesi avrebbe chiuso un accordo con il Pd. Lo stesso partito democratico (con riferimento alla corrente deluchiana) che l’avrebbe posizionato al vertice della gestione commissariale del Cstp. Dunque, più che un contentino post rettorato un vero e proprio incarico politico. D’altronde il feeling con De Mita, quindi con l’Udc, si sarebbe rotto all’indomani della mancata candidatura al Senato della Repubblica, seguita poi dal mancato incarico nell’esecutivo regionale dopo le dimissioni di De Mita jr dalla giunta Caldoro. Il voto favorevole al bilancio di de Magistris, dunque, altro non sarebbe stato che l’ultimo atto politico di una exit strategy già delineata mesi fa. Salvo ripensamenti o ultime trattative, Pasquino ben presto potrebbe anche ufficializzare la sua adesione al Partito democratico.