di Michelangelo Russo
Ci fu un tempo in cui a Salerno fiorivano fontane monumentali dappertutto. Fu così che il Sindaco De Luca si conquistò l’appellativo, in fondo affettuoso, di Vicienz’a funtana. Più rispettoso di quello che afflisse un Sindaco degli anni precedenti, chiamato nella vulgata popolare “’a bugia”. Ma il tempo passa. L’amore per l’acqua corrente che contrassegnò i primi mandati deluchiani si è stemperato con l’arrivo del grigiore e poi col bianco dei capelli. Adesso è il mare l’obiettivo delle schiere politiche che gravitano intorno al Governatore. Le fontane d’acqua dolce erano protagoniste di inaugurazioni sonore, ma circoscritte. Adesso l’obiettivo è la lotta all’ambiente marino per strappare terra alle onde, e fare Salerno “più bella e più superba di pria” (sempre lode a Petrolini per l’imitazione di Nerone). Le fontane, dicevamo. Praticamente in città non ce ne sono più, a partire da quel ricettacolo di rifiuti a cui è ridotta da anni la fontana antistante il Grand Hotel di Foce Irno. E allora è giusto, e conseguente, che sia sparita anche la fontana a vasca che stava al centro del Parco di Mercatello. Su internet la si può ancora vedere come era prima. Un arredo decorativo intelligente e in linea con quello che l’intero Parco Mercatello voleva rappresentare nelle intenzioni. Un richiamo intellettuale, certo, del progettista del Parco alla consistenza idilliaca del territorio della parte orientale della città, prima delle devastazioni cafone della Salerno anni ’60, ’70 e ’80. Che distrussero senza riguardo il territorio chiamato un tempo Paradisiello di Pastena. La fontana di cui parliamo era la lunghissima vasca a scorrimento che correva lungo tutto l’asse che divide a metà il Parco Mercatello. Era pensata come un rimando all’acqua corrente fonte di vita e di bellezza. Con il colonnato in rotto vietrese che delinea l’ortogonato verticale del Parco, era l’opera più bella e gradevole; forse fin troppo per una città avvezza alle brutture spacciate per opere d’arte a beneficio dei buzzurri. Quell’opera è scomparsa! Strano che il Governatore, nella sua inaugurazione di sabato 13 aprile, con Sindaco accanto, e immancabili hostess statuarie in minigonna a guisa di corazzieri, insomma in stile Cetto La Qualunque, non abbia spiegato al popolo festante le ragioni di un restyling che doveva essere solo un restauro (come si chiedeva), e non l’occasione per spendere soldi ad ogni costo. La risposta per gli ingenui sarà, verosimilmente, questa: “Era un acquitrino e la vasca era pericolosa per i bambini. Potevano scivolare e cadere nell’acqua!”. Ebbene, non ci risulta dalle cronache degli ultimi decenni che un bambino sia mai annegato nella vasca che non c’è più. Né che abbia mai utilizzato la vasca come una piscina. Per l’acquitrino, bastava pulire e aggiustare, a bassissimo costo. Ecco, il costo! Quando si reclamizza la spesa di oltre 4 milioni di euro come prezzo per un restyling, viene da pensare. Ma chi lo chiedeva un restyling milionario, quando bastava spendere molto meno per un semplice restauro? Il fatto è che, come ha dimostrato carte alla mano nei giorni scorsi il nostro editorialista Alfonso Malangone (che per la Giunta di Salerno è ormai la vera spina nel fianco), gli oltre 4 milioni di euro per il Parco sono arrivati dirottando la cifra da altre opere urgenti, ma meno divulgative. Si trattava di soldi che originariamente dovevano essere spesi per aggiustare una serie di monumenti e palazzi storici di Salerno che stanno cadendo a pezzi. Sarà Malangone, a desso, ne sono convinto, a fare le pulci alla spesa di parco Mercatello, aiutandoci a capire come si è arrivati alla cifra plurimilionaria reclamizzata. Ma la Politica comunale comunque è contenta. Dove lo trovavano tanto popolo festante all’inaugurazione del Parco? Tanto più ora che le elezioni europee si stanno avvicinando?