È stata prolungata la situazione di preinsediamento del presidente per il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Il ministero dell’Ambiente e delle Sicurezza Energetica ha deciso di conferire nuovamente a Marcello Feola l’incarico di commissario a Marcello Feola che già lo aveva avuto a gennaio ma il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva chiesto al Tar di esprimersi su una eventuale illegittimità. Il tribunale amministrativo regionale ha e dato ragione a Palazzo Santa Lucia e dunque il dicastero ha dovuto fare marcia indietro, presentando tre nomi per la presidenza Tra essi, lo stesso Feola, Luisa Maiuri, già vicesindaco e sindaco facente funzioni di Castellabate, e il designato Giuseppe Coccorullo. «Il decreto mi ha dato mandato per un massimo di sessanta giorni – spiega Feola – ma terminerà allorquando da Roma arriverà la nomina definitiva per Giuseppe Coccorullo. Non sarà un qualcosa che si risolverà in un breve periodo, ma credo non trascorreranno i giorni previsti». La nomina di gennaio era illegittima, dicevamo, ma quest’ultima non lo sarà: «L’iter per la definizione della presidenza è partito – aggiunge Feola – e quindi l’illegittimità viene a decadere. Posso riprendere da dove ho lasciato, ma solo per l’ordinaria amministrazione. La mia è una nomina temporanea – prosegue Feola – che ho accettato per spirito di servizio per consentire di chiudere questa procedura. Questo commissariamento, a differenza dell’altro, è limitato al completamento dell’iter e quindi per sopperire ad una mancanza di guida per il Parco. Il mio compito, adesso, è quello di garantire l’ordinaria amministrazione per i giorni a venire e far in modo che le normali procedure giornaliere ci siano anche perché è giusto che l’Ente abbia un suo rappresentante».
Le reazioni
La nomina bis non è stata presa bene dal mondo della politica. «Rappresenta un ennesimo grave strappo istituzionale. Un passo indietro del Governo, che continua a perdere tempo – dice il deputato Piero De Luca – sta andando in scena una fiction inspiegabile. Che senso ha nominare di nuovo l’ex commissario dopo che la Regione aveva già fornito l’intesa, nell’ambito della terna proposta, sul nome del presidente. Si è deciso di fare un’ulteriore forzatura, senza confronto con la Regione, violando i principi essenziali di leale collaborazione ed allungando i tempi per l’insediamento del Presidente del Parco, ai danni dell’intera comunità». Dice la sua anche il sindaco di Roscigno, nonché responsabile di Alburni e Calore per Forza Italia, Pino Palmieri: «Da parco naturale a parco giochi politico – interviene – oltre all’emergenza cinghiali, ora abbiamo l’emergenza della nomina del presidente. Ennesima ferita fatta al nostro territorio. Soprattutto in questo momento, abbiamo bisogno di una gestione forte e di qualità ed il continuo ritardare peggiora una situazione già molto drammatica. Alla fine di questa storia – conclude – servirà più la nomina di un buon medico in grado di curare le ferite di un territorio martoriato».
Gli scenari
Cosa succede adesso? Può concretizzarsi davvero di tutto, stando a quanto sta accadendo, ma l’iter che seguirà la nomina del presidente è semplice: si dovranno esprimere l’antimafia, le commissioni ambiente di Camera e Senato. Solo allora, il ministro Gilberto Pichetto Fratin potrà firmare ufficialmente il decreto e subito dopo si darà il via alla nuova guida del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Sulle tempistiche, ci sono vari pensieri: il più ottimista, quello di Coccorullo, parla di una decina di giorni, il meno ottimista invece vede i sessanta giorni come limite massimo.