di Gino LiguoriStato di abbandono, inosservanza delle regole, assenza dei controlli. Sono questi i tre elementi che oramai gestiscono una delle opere più ‘antiche’ della gestione Vincenzo De Luca: il Parco del Mercatello. Il Parco, fiore all’occhiello di questa amministrazione comunale,
indicato anche in alcune guide turistiche sulla città di Salerno come
luogo di relax, è ormai divenuto un luogo di tristezza e rabbia. Non
per tutti, ovviamente, non per coloro che, in barba ai cartelli ben
affissi all’ingresso, che vietano l’introduzione nell’area verda di
biciclette e cani, scorazzano liberi e indisturbati sulle loro due
ruote, e che hanno trasformato i passeggi pedonali del parco in loro
private piste ciclabili disturbando i pedoni e pretendendo in alcuni
casi da costoro la via libera. Di cani per ora se ne vedono pochi,
ma ci è capitato di vederne. E se questo è l’andazzo che si sta
prendendo, è ipotizzabile che presto il parco diventerà l’ennesimo
‘cesso’ per cani.Erba dei prati non rasata, alberi con le radici che
fuoriescono dal terreno, torrente in alcuni punti ridotto a una
discarica, area giochi dei bambini in alcuni punti anche pericolosa,
fontana centrale ormai non più funzionante da tempo, il laghetto,
trasformato in una serie di vasche (altro cemento!) per giochi d’acqua,
assolutamente inattivo, pavimentazione rotta o dissestata, cestini dei
rifiuti divelti, vegetazione non curata, ogni angolo di prato divenuto
monopolio di giocatori di pallone di tutte le età …Questo è ciò che
ad oggi attende il visitatore. E ci chiediamo che senso abbia avere
speso centinaia di migliaia dei nostri euro per avere un’opera cui non
si dà né cura né manutenzione. E ci chiediamo anche cosa abbia visto
il consigliere Angelo Caramanno, capogruppo di Salerno per i Giovani,
che su La Città del 25 agosto scorso rispondeva alla sua collega di
consiglio comunale, non di partito, Anna Ferrazzano, in merito al
degrado della zona est della nostra città , tirando in ballo proprio il
Parco Mercatello. Noi abitiamo vicino, vicinissimo, a un passo dal
parco, e lo viviamo quasi quotidianamente. Evidentemente le sue visite
non sono altrettanto assidue. Certo che, come lui dice, ci sono decine
di persone che corrono, certo che ci sono famiglie che sopra tutto in
estate frequentano il parco fino a tarda sera, o che si trovano al parco
tanti gruppi di anziani che giocano a carte. Ma al consigliere
Caramanno chiediamo: cosa dovrebbero fare queste persone, dove
dovrebbero andare, quali alternative hanno? Possono correre per le
disordinate e pericolose strade cittadine? Non crediamo. Possono andare a
prendere il fresco al mare? Conosciamo le condizioni di mare e spiagge,
quindi stessa risposta. Possono andare a giocare a carte… dove, in
mezzo alla strada? Evidentemente no. Queste persone, hanno alternative?
Hanno la possibilità economica di potersi permettere una vacanza? No,
queste persone sono “costrette” a vivere la città . Ecco perché un
governo della città che pensi realmente ai cittadini dovrebbe
preoccuparsi innanzi tutto della qualità della vita dei più deboli. Un
mare pulito, spiagge frequentabili, parchi in condizioni civili, servono
prima ancora che per il famoso turista che dovrebbe venire a portarci i
suoi milioni, per i cittadini che vivono la città , e ancor più per
coloro che sono obbligati a starvi. Perché questi cittadini non possono
permettersi vacanze alle isole caraibiche. Hanno solo la loro Salerno. E
allora si convincono che quello che hanno è bello, pulito e funziona.
Ma non è così, e in cuor loro moltissimi lo sanno. Forse di questo
aspetto il consigliere Caramanno non teneva conto. Nel Parco del
Mercatello è rarissimo vedere un addetto alla manutenzione, ancor più
raro un rappresentante delle forze dell’ordine che faccia rispettare i
divieti. Così, capita di assistere allo spettacolo di famigliole con
bambini di pochi anni, quattro o cinque, che portano i pargoli, sulle
piccole biciclettine ancora con le rotelle, a scorazzare per il parco.
Una cosa tenera, da nulla, si dirà . E invece la domanda non può che
sorgere spontanea: se insegnamo ai bambini, fin da piccolissimi, che le
regole esistono ma non è necessario rispettarle, che cittadini
cresceranno domani?La risposta la trovate nello stesso Parco
Mercatello: persone di qualsiasi età entrano al parco in bicicletta
fregandosene del divieto, tanto non c’è mai un vigile urbano a
controllare. E se questa è la mentalità che abbiamo insegnato e
continuiamo a insegnare ai giovani salernitani, non meravigliatevi di
tutto il disordine e la maleducazione che regnano in città , perché il
pensiero dominante è : “tutto si può fare!”. Il Parco Mercatello, che
nacque già tra qualche polemica per la distruzione di un delicato
aranceto sostituito da una colata di cemento mascherata da area verde,
pare essere l’attualissimo simbolo della città di Salerno: le opere si
costruiscono (quando si finiscono, sic!), si spendono centinaia di
migliaia di euro della collettività , e poi non si curano, non si
controllano, si abbandonano, alla superficialità di gestione, alla
inciviltà dilagante, e alla mentalità cafonesca che è ormai un tratto
tutto salernitano, tutto cittadino, e non che arriva da fuori come si
vuole propagandisticamente far credere ai salernitani. Quando fu
abbattuto il Jolly Hotel per far posto a piazza della Libertà , due
secolari pioppi furono sradicati per essere trasportati proprio nel
Parco Mercatello. Pensavamo venissero trapiantati e che la loro
centenaria memoria cittadina avrebbe continuato a vivere in un altro
luogo di Salerno. Li hanno invece seccati, essiccati, devitalizzati come
un dente malato, e trasformati in una sorta di metafisici monumenti del
nulla. Due aborti! Due vita nate e stroncate nel loro naturale sviluppo
in nome di una estetica senza vita e senza futuro. L’estetica dell’abbandono, l’estetica del Parco Mercatello, l’estetica della città di Salerno.