Parchetto di via Calenda: il degrado di un’area abbandonata - Le Cronache
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Parchetto di via Calenda: il degrado di un’area abbandonata

Parchetto di via Calenda: il degrado di un’area abbandonata

di Antonio Iovino

In via Salvatore Calenda, nei pressi del Presidio Ospedaliero Giovanni da Procida, è collocato un parchetto che da svariato tempo versa in condizioni decisamente discutibili. Secondo i residenti della zona, infatti, il suddetto è definibile abbandonato a sé stesso da almeno cinque o sei anni e cioè da quando, l’uomo che volontariamente se ne occupava, probabilmente per l’avanzare dell’età, ha smesso di farlo. La struttura, così come constatato da alcuni giovani ed assidui frequentatori, è sempre aperta giorno e notte e, Il degrado dell’area, balza immediatamente all’occhio: alcune delle giostre presenti nel piccolo parco di via Calenda sono danneggiate e, scritte lasciate dalla bomboletta di qualcuno che non eccelleva sicuramente per senso civico ed educazione, ricoprono gran parte delle suddette. Nemmeno le condizioni igieniche sono eccelse dato che non è difficile scorgere sulla superficie erbosa dell’area, rifiuti abbandonati (cartacce, bottigliette di plastica e quant’altro), che se non rimangono a terra vengono “raccolti” in un cestino decisamente strapieno. È facile comprendere che, per i motivi sopraelencati, il luogo non sia da tempo frequentato da bambini ma da ragazzi e ragazze in età adolescenziale o anche più grandi che passano serate lì tra una pizza e quattro chiacchiere che, però, specialmente durante alcune notti estive, giungono fino ai residenti del palazzo situato a pochi passi dal parco. È capitato, infatti, che alcuni condomini, così come confermato dall’amministratore del fabbricato in via Calenda 166, Pasquale Bove, andassero personalmente a richiamare i giovani per riportare il silenzio. In casi sporadici poi, sempre Bove, ha affermato che alcuni residenti, sempre per gli schiamazzi provocati da taluni frequentatori del parchetto, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’odine per ristabilire la quiete notturna. Un altro aspetto discutibile che riguarda l’area abbandonata è quello che concerne le condizioni del viadotto situato a pochi passi dal parco. Mariano Porfito, che non ritiene sicura la zona che dovrebbe essere in teoria dedicata ai bambini salernitani del rione, afferma: “Ogni tanto arrivano i vigili del fuoco poiché si stacca l’intonaco che finisce anche sulle auto”. Sempre Porfito sottolinea che le discrete condizioni del manto erboso del parco, osservabili ora, sono un’eccezione dovuta alla pulizia avvenuta pochi giorni fa che, solitamente, si verifica solo un paio di volte all’anno. “Sarebbe utile un’area del genere, sotto casa”: queste le parole di una residente del posto che, con due figli, si dice favorevolissima alla ristrutturazione del parco che al momento, come già detto, è abbandonato e fatiscente. In effetti, che il parchetto fosse un’area da rivalutare e da sfruttare data la sua potenzialità per i bambini del quartiere, lo avevano già capito gli scouts del gruppo Salerno 1 della parrocchia di S. Gaetano i quali, circa tre anni fa, come riportato sulla pagina internet della Comune di Salerno, hanno provveduto, tra le altre cose, a ricostruire lo steccato, ridipingere le panchine ed un fontanile, e a piantare dei fiori poiché, come si suole dire, “anche l’occhio vuole la sua parte”. In seguito a queste migliorie, che furono seguite dall’inaugurazione della struttura il 7 giugno del 2015 alla quale partecipò anche l’attuale primo cittadino di Salerno Vincenzo Napoli, a quanto pare e a quanto è possibile osservare oggi, non sembrano essere seguiti interventi significativi di alcun tipo. Ebbene, possibile che un’area del genere, che con i dovuti accorgimenti (tenendo conto anche delle condizioni del viadotto) potrebbe ritornare ad essere fruibile dai ragazzi del luogo o, per lo meno, desinata ad altri utilizzi, sia stata abbandonata e versi nelle attuali condizioni senza che nessuno se ne occupi almeno dal 2015? Sarebbe forse il caso di dare nuova vita ad un luogo che, nelle condizioni attuali, può donare ben poco ai giovani e a tutti i residenti di via Calenda.