Nel mirino del quotidiano Il Fatto finisce l’ex senatore Nino Paravia, ex Pdl e alle ultime elezioni candidato con Fratelli D’Italia. L’argomento? Il pagamento di una multa. La giustifica? Secondo il quotidiano di Travaglio un mal di pancia. Per non pagare 264 euro e perdere sei punti della patente. Paravia scrive al Prefetto di Milano spiegando che ha un’invalidità e proprio quel giorno, a quell’ora, mentre era in auto veniva colto da malore che lo costringeva “a superare di pochi chilometri il limite prescritto per consentirgli di raggiungere la prima area di sosta possibile e ricevere le cure del caso”. Ne discende, a suo dire, il diritto a non pagare. Per rafforzare la richiesta scrive il ricorso su carta intestata del Senato, dove -osserva il Fatto – non mette piede da tre anni. L’ufficio notifiche respinge. La decisione è sul tavolo del Prefetto. La multa risale a metà gennaio. Al volante del suo Range Rover Paravia percorreva il cavalcavia del Ghisallo, tristemente noto ai milanesi per le telecamere che non perdonano. Velocità consentita 70, accertata 111 km l’ora. Non proprio “pochi chilometri più del limite”. Ma Paravia aveva un’urgenza in corso. “Voglia la Signoria Vostra Illustrissima – scrive al Prefetto, su carta intestata di Palazzo Madama – dichiarare l’illegittimità della sanzione pecuniaria e comunque annullarla, in quanto la predetta violazione non è tale, in virtù delle condizioni di assoluta emergenza segnalate”. Allega all’istanza un verbale dell’Inps che comprova la sua condizione di invalido civile. E pure un pass per il parcheggio rilasciato dal Comune di Salerno. Ma non c’è niente da fare. Un inflessibile, insensibile, irrispettoso forse vendicativo “agente delle procedure sanzionatorie” non sente ragioni e dà parere contrario all’istanza. Le motivazioni del ricorso non rientrano nei casi di esclusione di responsabilità che si possono eccepire solo se spinti “dalla necessità di salvare sé o altri da un pericolo attuale di un danno grave alla persona” (art. 54 C.P)”. E aggiunge: “Anche in considerazione del fatto che persino alle autoambulanze, inequivocabilmente dirette a prestare soccorso urgente, non è consentita l’inosservanza delle disposizioni del presente Codice della Strada”. Il caso vuole che giusto tre mesi dopo, l’8 aprile 2016, alle 11 del mattino circa, -scrive ancora Il Fatto – lo stesso Land Rover si ritrovasse a passare sullo stesso tratto di strada. Altra infrazione, altra multa e altro ricorso di Paravia alla “Signoria Vostra Illustrissima”: “Fui colto da problemi fisici inerenti le mie patologie e per ragioni quindi di assoluta emergenza fui costretto a superare di pochi chilometri il limite prescritto per consentirgli di raggiungere la prima area di sosta e ricevere le cure del caso”. Proprio quel giorno, a quell’ora, mentre era in auto. Il testo è una fotocopia dell’altro, anche stavolta su carta intestata del Senato della Repubblica, da cui Paravia è però uscito tre anni fa perché alle elezioni politiche del 2013 è risultato primo dei non eletti in Campania. E non risulta, incomprensibilmente, tra i senatori a vita della Repubblica. (da Il Fatto)
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