Panico durante la preghiera: bomba carta in moschea - Le Cronache
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Panico durante la preghiera: bomba carta in moschea

Panico durante la preghiera: bomba carta in moschea

di Carmine LANDI

BATTIPAGLIA. Preghiera col botto per i musulmani battipagliesi. È accaduto venerdì sera, poco prima delle ore 20, nei locali dell’associazione “Fratellanza Musulmana”, in via Matteo Ripa, quando due persone non identificate hanno lanciato una bomba carta all’interno del luogo adibito al culto di Allah: immediatamente, il tappeto che ricopre il pavimento della sala s’è bruciato in parte, gettando nel panico i due presenti, che, per fortuna, non hanno subito alcun danno.

All’interno della stanza, infatti, c’erano soltanto Abderrahim Lharoui – uno dei tre imam battipagliesi – e un giovane marocchino raccolto in preghiera: le porte, come ogni venerdì –giorno sacro agli islamici –, erano spalancate, e per i due teppisti compiere il deprecabile gesto è stato un gioco da ragazzi.

Ragazzi, perché, stando a quanto riferito da Lharoui, che proprio negli attimi più concitati sarebbe uscito fuori dall’edificio e avrebbe intravisto i fuggitivi, pare che siano stati proprio due giovinetti a scagliare l’ordigno all’interno del locale.

Gli islamici di Battipaglia sono stati fortunati nella sfortuna: fino a qualche minuto prima, infatti, la piccola sala di preghiera era ricolma di fedeli e, se l’esplosivo fosse stato lanciato tra la folla che s’era precedentemente radunata nel locale o tra quella che a breve si sarebbe raccolta per l’ultima chiamata, oggi avremmo dovuto commentare l’ennesima tragedia.

Sul posto si sono recati immediatamente gli agenti del locale commissariato di Polizia che, guidati dal vice questore aggiunto, Antonio Maione, hanno effettuato i rilievi di rito.

Il presidente dell’associazione “Fratellanza Musulmana”, l’imam Mohamed Hedi Khadraoui, è stato informato telefonicamente sull’accaduto: l’uomo, infatti, al momento si trova in Tunisia, dove sta prendendo parte a una serie di incontri contro il terrorismo e l’Isis.  

Non è da escludere – e gli inquirenti stanno lavorando proprio su questa pista – che l’attentato sia ricollegabile al clima infuocato che da un po’ di giorni a questa parte si respira in città: le veementi polemiche che gravitano attorno alla decisione municipale di realizzare un centro polifunzionale per immigrati regolari – che non è un centro d’accoglienza, ma poco più di uno sportello –  in via Leopardi, in effetti, stanno contribuendo ad arroventare l’opinione pubblica, che, sulla stregua di facili generalizzazioni relative alle vicende di politica internazionale, sta manifestando sempre più palesemente un sentimento di diffidenza e di astio nei confronti del mondo islamico.

«Le persone che sono da noi – dichiara Eugenio Sharif Mastrovito, portavoce della comunità – sono persone semplici, prive di mezzi culturali per affrontare certe dinamiche, ed è per questo che, di fronte a episodi del genere, si rischia una sorta di autoghettizzazione».

Un sentimento che potrebbe tristemente diffondersi a macchia d’olio: «abbiamo paura – prosegue Mastrovito – per i bambini, considerando che, in occasione dei tristi fatti di Parigi (che comunque la comunità battipagliese condannò senza mezze misure, NdA), uno dei nostri ragazzini fu pestato da qualche bulletto della sua scuola, che lo additò come terrorista».

Tante tristi voci, che però non coprono le armoniose note di solidarietà che qualcuno ha voluto rivolgere alla comunità di via Matteo Ripa: «manifesto una solidarietà di sostanza – ha dichiarato Luca Lascaleia, ex-segretario cittadino del Pd, ora responsabile dei rapporti istituzionali all’interno della segreteria provinciale, che ha già fissato un appuntamento con i musulmani battipagliesi per la prossima settimana – per essere vicini alla comunità islamica della città contro atti criminali che devono essere condannati da tutte le forze sociali e politiche». Anche Gianluca Mastrovito, presidente provinciale delle Acli e componente del direttivo della Consulta Immigrazione dell’Ente Provincia, ha parlato di «una ferma condanna per il vile atto di inciviltà di deprecabili ignoti, che hanno umiliato il senso civico e di legalità di una comunità, come quella battipagliese, che è laboriosa, accogliente e di grande dignità umana». Gianluca Barile, presidente dell’associazione “Tu Es Petrus” nonché candidato sindaco in vista delle prossime elezioni comunali, ha espresso la sua «solidarietà di cattolico e di cittadino di Battipaglia agli amici musulmani, vittime di un gesto violento, assurdo e da condannare, al di là del proprio credo religioso e politico, perché Battipaglia è e deve continuare ad essere luogo di confronto e dialogo».

Eppure, episodi del genere si sono già registrati in passato in città: nel febbraio del 2008, infatti, un altro ordigno fu scagliato all’interno della moschea, facendo quasi perdere la vista a un fedele.