Pagani. Nella notte tra sabato e domenica il Mercato Ortofrutticolo Pagani–Nocera sarebbe stato teatro di un nuovo episodio criminoso. Secondo quanto riferito da diversi operatori, ignoti si sarebbero introdotti all’interno della struttura riuscendo a rubare PC, attrezzature da lavoro ed effetti personali custoditi negli stand. A mettere in fuga i malintenzionati sarebbe stato solo l’antifurto di uno stand, l’unico sistema di allarme risultato funzionante. Ad oggi dal management non trapela alcuna comunicazione ufficiale, né informazioni sull’accaduto. Il silenzio alimenta ulteriormente la preoccupazione degli operatori, che da tempo lamentano una gestione percepita come poco trasparente e distante dai problemi reali del Mercato. L’episodio si inserisce in un contesto già critico: il protrarsi dello stato di liquidazione, il momento politico–gestionale fortemente discusso, i continui disservizi e la mancata capacità di rilancio della struttura stanno generando un clima di crescente sfiducia. Tra incuria, degrado e assenza di interventi programmati, ora il Mercato si trova a fronteggiare anche una evidente vulnerabilità sul fronte sicurezza. A pesare ulteriormente è la recente riaffidazione all’attuale società di vigilanza dell’appalto per il controllo della struttura. Un ritorno che molti operatori avevano accolto con dubbi, alla luce delle precedenti contestazioni e delle criticità riscontrate nel primo affidamento. Il nuovo episodio sembra confermare tali timori, mostrando l’incapacità di garantire una sorveglianza efficace nelle ore notturne. Gli operatori, increduli e amareggiati, ora attendono risposte dai soci e dai responsabili della governance: verranno verificati gli impegni assunti dalla società di vigilanza? Quali servizi di sicurezza sono contrattualmente previsti e quali realmente assicurati? E soprattutto: quali misure verranno adottate per impedire il ripetersi di episodi simili? Per chi lavora quotidianamente nel Mercato, già penalizzato da carenze strutturali e disservizi ormai cronici, il furto rappresenta l’ennesima ferita di una gestione ritenuta insufficiente e incapace di garantire persino le condizioni minime di sicurezza.





