Pagani. Dopo la sentenza del Tar che a distanza di lustri (oltre 15 anni), aveva dato ragione al Comune di Pagani nella lite giudiziaria per un terreno in uso alla famiglia di Gioacchino D’Auria Petrosino (il boss “spara spara” arrestato nel blitz della Dda a settembre), l’ente di Palazzo San Carlo ha deciso di avviare la procedura di sfratto nei confronti di Giuseppina Ruggiero, moglie del 70enne capo clan. La decisione è stata formalizzata nella mattinata di martedì scorso, durante la riunione della giunta comunale presieduta dal sindaco Lello De Prisco. All’ordine del giorno, l’approvazione dell’atto di indirizzo per dare il via alla procedura esecutiva di sfratto nei confronti della Ruggiero. Il tribunale amministrativo regionale sezione Salerno, aveva respinto il ricorso presentato dalla donna che aveva impugnato l’atto di annullamento in autotutela della Scia presentata a marzo di quest’anno, a fronte dell’ordinanza di demolizione di fine febbraio firmata da Palazzo San Carlo, assistito dall’avvocato Virginia Galasso, che riguardava l’inglobamento di una cucina deposito all’interno di un più ampio immobile in un fondo agricolo di via Mangioni a Pagani. Il bene era stato acquisito dal Comune nel 1999, dopo la soppressione dell’Ente Borse di Studio “Cav. M. Criscuolo”, e rientra attualmente nel patrimonio dell’amministrazione. Ad aprile, gli uffici comunali avevano comunicato alla donna la risoluzione del contratto di affitto, fissando la scadenza al 30 luglio 2025, in seguito a presunti inadempimenti. Tuttavia, trascorsi i termini previsti dalla legge, un sopralluogo della polizia municipale del 2 ottobre ha accertato che il fondo non era stato liberato. Il settore Lavori pubblici aveva quindi chiesto all’Avvocatura comunale di intervenire, sollecitando le azioni legali necessarie per il rilascio dell’immobile. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di controversie tra l’amministrazione e la famiglia D’Auria Petrosino. Solo pochi mesi fa, la sezione salernitana del Tar aveva respinto il ricorso presentato dalla Ruggiero contro un atto comunale di annullamento di una pratica edilizia in via Mangioni. Secondo il Tar “l’intervento abusivamente realizzato consiste nella demolizione di una parte di immobile privo di legittimità urbanistica e rientrante nella categoria d’intervento di nuova costruzione e quindi trattasi di opere realizzate prive di permesso di costruire”.





