di Andrea Pellegrino
E’ entrato di diritto tra gli sprechi dello Stato. E tra quelli più evidenti ed assurdi. Parliamo del “San Michele” di Pogerola, il panoramicissimo ospedale della Costa d’Amalfi, realizzato ma mai inaugurato. Qui, nella frazione amalfitana, si dice si sia consumato il più grosso danno economico: oltre alla realizzazione della struttura ci sono state assunzioni anche di primari, che naturalmente in quell’ospedale non ci hanno messo mai piede. A raccontare la vicenda è il portale costodellostato.it nella sezione wikispesa. «Situata sulla parte alta del costone della costiera amalfitana, la struttura risale al 1952, da allora i lavori vennero interrotti più volte fino al 1992 quando fu quasi completata, ma poi mai aperta. Nel 2014 a causa dell’inutilizzo e dell’incuria versa così in stato di degrado. Costo: 12 milioni di euro», si legge. «Negli anni 80 venne costituito l’Ente Ospedaliero San Michele, partirono, in seguito alla concessione di finanziamenti pubblici, i lavori per la sua costruzione e furono avviate anche le procedure per l’espletamento dei concorsi per l’assunzione di personale sanitario, amministrativo e tecnico. Furono, inoltre, bandite gare d’appalto per le forniture dei materiali e delle attrezzature necessarie al funzionamento del nosocomio. Costata circa 12 milioni di euro, la struttura ospedaliera di Pogerola venne portata quasi a termine nel ’92 ma, nonostante fosse dotata di costosissime apparecchiature e nonostante l’assunzione in servizio di personale medico e paramedico per oltre 100 unità, non è mai entrata in funzione».
Ancora il caso dei primari: «Nel 2000 si occupò dell’incompiuta la Commissione d’inchiesta del Senato sul sistema sanitario che, nella relazione presentata al Parlamento, inserendo il presidio ospedaliero di Pogerola tra le strutture sanitarie non funzionanti, lo definì testualmente “una sorta di fabbrica di primari perché preso a motivo e pretesto per bandire concorsi di primariati i cui vincitori venivano poi trasferiti altrove. Vennero infatti assunti, con regolare concorso, sotto la gestione (1989-1993) del ministro della sanità Francesco De Lorenzo, otto primari stipendiati regolarmente nonostante la prolungata inattività presso l’ospedale inutilizzato che vennero poi spostati in altri ospedali avviando la propria carriera da primari in un contesto di attività fittizio, da qui la denuncia della commissione». Fino a qualche anno fa, il pian terreno della struttura era utilizzato come deposito del Comune. Al di fuori venne, invece, posta sotto sequestro dai carabinieri della Compagnia di Amalfi, una vera e propria discarica di rifiuti d’ogni genere. Da allora si è tentato di riconvertire e riutilizzare la struttura ma inutilmente. Un danno, triplice se si considera che le strutture sanitarie in Costa d’Amalfi sono una rarità. Quasimodo docet.