Andrea Pellegrino
Salerno continua a perdere abitanti ma il numero delle costruzioni residenziali aumenta. I consiglieri comunali d’opposizione fanno muro contro il Puc e sono pronti a fare ricorso al Tar. Per la prima volta, senza distinzioni d’appartenenza, l’opposizione in Consiglio comunale siede allo stesso tavolo per segnalare le anomalie e le carenze riscontrate nella revisione decennale del Piano urbanistico di Salerno. Un Puc che – secondo Antonio Cammarota, di La nostra libertà – «è palesemente falso, perché si fonda su dati vecchi, risalenti al 1999, non verificabili e sbagliati. Chiediamo, innanzitutto, la revoca in autotutela del provvedimento. Poi, saremo pronti ad andare al Tar, perché qui siamo dinanzi a una vera e propria emergenza democratica, figlia dell’arroganza del potere». La revisione del Puc presenta numerose pecche, come sottolineato dal consigliere di Salerno ditutti, Gianpaolo Lambiase: «Gli abitanti sono diminuiti, c’è crisi nel settore immobiliare ma il numero degli alloggi previsto è in crescita: oltre ai 6.000 già esistenti ma vuoti, ce ne saranno altrettanti con il nuovo Puc. Soprattutto non rispetta, per numerosi aspetti, la legge regionale: non ci sono atti di programmazione; non c’è adesione al Piano casa; le nuove abitazioni saranno costruite dappertutto, anche in terreni agricoli, e in zone non servite da alcun tipo di servizio. Per non parlare dell’assoluta assenza degli standard: basti pensare, ad esempio, che il Comune è proprietario di 400mila metri quadrati di aree da destinare a standard ma non ha una lira per attrezzarli». Insomma, un documento che, secondo il forzista Roberto Celano, «dà ancora mandato alla devastazione di questa città. Noi non siamo assolutamente disponibili a dare deleghe in bianco a nessuno, perché, con la revisione del Puc, di fatto, a tutti sarà consentito di fare tutto a prescindere dall’area cittadina. In tal modo, si priva anche Salerno di un’identità: un’identità che questa città avrebbe potuto avere se non avesse perso un numero così elevato di cittadini». L’obiettivo è quello di “imporre” edificazione di parte pubblica perché, secondo Celano, «per anni abbiamo assistito alla realizzazione sempre prima degli inteventi privati:Marina d’Arechi, Eden park e Crescent sono solo alcuni degli esempi. Prendiamo Piazza della libertà e i parcheggi: gli interventi pubblici vengono sempre relegati in un angolo. Eppure, Salerno è una città con un commercio ormai in ginocchio e che sta vivendo una crisi causata dalle scelte dell’amministrazione comunale». Amministrazione comunale il cui «fallimento è certificato» – secondo il consigliere di DemA, Dante Santoro, «dalla perdita di 20mila abitanti in 10 anni. Serve un cambio di metodo e l’opposizione che fa fronte comunque è un buon inizio. Il Comune sta cercando di mascherare, con mezzucci lessicali, una nuova cementificazione selvaggia». Dunque, opposizione compatta (eccezion fatta per l’assenza, per impegni precedenti del consigliere della Lega, Giuseppe Zitarosa) ma sempre nei corridoi. Già, perché esattamente come nell’occasione precedente, è stato negato l’utilizzo della sala Giunta. «Una mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri comunali- ha precisato l’esponente di Attiva Salerno, Ciro Russomando – Noi siamo eletti dai cittadini, per portare le loro istanze. Non è questo l’atteggiamento corretto».