di Francesco Carriero
Avere costantemente sulla propria testa la spada di Damocle di un possibile licenziamento può causare uno stress tale da far perdere la testa. E se a questo si aggiungono, presunte, pressioni psicologiche, non si fa altro che innescare una bomba pronta ad esplodere. Ed è quello che è successo ieri mattina presso la sede della Italcemneti, dove un lavoratore, nel corso del proprio turno di lavoro, a seguito di uno scambio di vedute al quanto acceso con il proprio capo reparto, è stato colto da una crisi emotiva, che ha reso necessario l’intervento di una autoambulanza del 118 che ha trasportato al pronto soccorso l’operaio. A denunciare l’increscioso episodio è stata la Rsu aziendale, di cui il lavoratore fa parte. Massimo è il riserbo sul motivo del litigio tra l’operaio e il suo caporeparto, ma stando a quel poco trapelato, sembra che l’episodio fosse il culmine di una serie di pressioni psicologiche, che le maestranze quotidianamente vivono all’interno dello stabilimento salernitano, a causa dello “stato di salute” precario della Spa, che dopo aver messo in cassa integrazione diversi lavoratori, rischia di dover tagliare definitivamente un gran numero di maestranze. Dopo il battibecco, la direzione dello stabilimento ha richiamato formalmente il lavoratore, combinandoli anche una sanzione pari alla perdita di tre ore lavorative. Questa decisione, assieme alla pressione alla quale il lavoratore, secondo i membri della Rsu, era da giorni sottoposto, avrebbe scatenato la forte crisi di nervi. All’uomo, che presentava evidenti difficoltà cognitive ( non ricordava il proprio nome e non riconosceva i colleghi) è stata formulata una prognosi di 5 giorni, nel corso dei quali i sottoporrà ad una cura a base di ansiolitici per curare la sua alterazione emotiva. «Stiamo vivendo – afferma Raffaello Della Monica della Rsu Italcementi – una situazione critica. Siamo sotto costante pressione psicologica e temiamo per il nostro posto di lavoro. C’è chi approfitta di questa situazione per aumentare la pressione e il nostro collega non ha retto. Quello di oggi (ieri per chi legge ndr) è un episodio increscioso, che lede l’immagine dell’azienda. Un vero e proprio dramma nel dramma». Intento Cgil Fillea e Feneal Uil hanno inoltrato a Confindustria una richiesta di incontro urgente con i vertici aziendali. I sindacati, infatti, sono convinti che un clima di tensione, specie in un periodo di crisi così intensa che ha direttamente coinvolto la Italcementi, da anni è interessata da mobilità volontaria e cassa integrazione, non giovi al risanamento e al rilancio dell’azienda stessa. «Questa situazione – afferma Luigi Adinolfi, segretario della Cgil Fillea – nasce da lontano, dalla situazione dei lavoratori di Italcementi che si aggrava sempre più. Questo clima di tensione all’interno dello stabilimento peggiora solo una situazione già drammatica». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la segretaria della Feneal Uil Patrizia Spinelli: «In passato – spiega – c’è sempre stato un clima di collaborazione e dialogo con il direttivo di Italcementi. Proprio alla luce di questo rapporto abbiamo chiesto un incontro al fine di risolvere questo increscioso episodio nel migliore dei modi e stemperare la tensione all’interno di un’azienda che si avvia verso la mobilità».