Omicidio Vassallo, perchè è tutto da rifare - Le Cronache Ultimora
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Omicidio Vassallo, perchè è tutto da rifare

Omicidio Vassallo, perchè è tutto da rifare

di Antonio Manzo

Che fine farà l’inchiesta sull’omicidio del sindaco Angelo Vassallo avvenuto quindici anni fa? Sarà mai trovato un colpevole dopo la prima archiviazione sulla responsabilità di Umberto Damiani ed ora con l’annullamento dell’ordinanza cautelare a carico del colonnello Fabio Cagnazzo e degli altri imputati? La Cassazione ha detto no alla nuova ed eclatante ipotesi investigativa che ha coinvolto un ufficiale dei carabinieri e un ex carabiniere già in galera per altro processo accusati di concorso nell’omicidio del sindaco-pescatore. Ora scattano i nuovi tempi per gli imputati dopo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. I giudici del Riesame, un nuovo collegio rispetto a quello annullato dai giudici della Cassazione, dovranno pronunciarsi entro dieci giorni dalla ricezione degli atti e depositare la motivazione entro i successivi trenta giorni. Ci vuole ancora tempo per Fabio Cagnazzo per ritrovare la libertà nel corso dell’inchiesta della procura di Salerno. Il procedimento di impugnazione cautelare per la sua incidenza sul valore della libertà personale, richiede una celerità di trattazione che esclude la presenza di intervalli temporali non strettamente controllabili e non strettamente funzionali alle esigenze giudiziarie. la Cassazione annulla, con rinvio, l’ordinanza emessa nei confronti di tre indagati, tra cui il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi indubbiamente questa decisione – di cui per ora è noto solo il dispositivo – segna un punto importante a favore delle difese e potrebbe indurre la Procura di Salerno a una rivalutazione del caso, quantomeno sul punto delle esigenze cautelari dopo la chiusura delle indagini notificata il 13 febbraio scorso. È stato accolto il ricorso presentato dal legale di Fabio Cagnazzo, l’avvocato Ilaria Criscuolo, contro l’ordinanza cautelare del gip del tribunale di Salerno e la decisione del tribunale del Riesame, che a gennaio, aveva confermato le misure cautelari con la quali erano stati decisi gli arresti in carcere per il colonnello, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso (l’unico a non far ricorso). In base alla ricostruzione accusatoria, fortemente contestata però dalla difesa, avrebbero preso parte, ma non nel ruolo di esecutore materiale del delitto, tuttora non identificato, all’organizzazione dell’omicidio del sindaco-pescatore e al successivo depistaggio delle indagini finite poi in una archiviazione. Peraltro, la decisione arriva a quasi due mesi dalla chiusura delle indagini preliminari, notificava, in totale, a otto persone, di cui le ulteriori quattro solo per reati di droga. Il sindaco Vassallo fu ucciso, colpito da nove colpi di pistola mentre rincasava in auto il 5 settembre 2010 ad Acciaroli. La decisione della Cassazione non comporta la liberazione di Cagnazzo, attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Infatti, non c’è stato l’annullamento delle misure cautelari. Il colonnello Cagnazzo, all’epoca comandante della compagnia di Castello di Cisterna, e in vacanza ad Acciaroli nei giorni del delitto, avrebbe depistato le indagini condotte dalla procura della Repubblica di Salerno, indirizzandole sin dalle prime fasi nei confronti di uno spacciatore di origini brasiliane. Prima dell’arresto era stato ascoltato per dieci ore a gennaio 2024. Secondo la procura antimafia di Salerno ci sono 23 minuti di buco la sera del delitto in cui Cagnazzo si allontanò della comitiva con la quale era in vacanza. Secondo le ricostruzione si era staccato dal gruppo alle 21.15, per poi raggiungere gli altri nel locale alle 21.38. Per il Gip sapeva del delitto (avvenuto alle 21.12) e si stava muovendo per «depistare e coprire gli autori». Interrogato a gennaio, il colonnello aveva detto di «non ricordare cosa aveva fatto in quei 23 minuti, e di non poter escludere di essere andato a salutare la figlia o altri conoscenti che si trovavano nella zona». Ora la decisione della Cassazione non comporta la liberazione immediata dell’ufficiale (e nemmeno l’annullamento delle misure cautelari notificate anche agli altri indagati) che è detenuto nel carcere militare casertano di Santa Maria Capua Vetere, ma è un importante punto a suo favore. I ricorsi dei legeli degli imputati sono stati tutti incentrati sulla presunta carenza di gravi indizi a sostegno del provvedimento, con alcune parti dedicate alla sostenuta carenza di esigenze cautelari a 14 anni di distanza dal delitto. Un nuovo collegio del Riesame di Salerno dovrà valutare ex novo la tenuta dell’ordinanza di arresto eseguita in autunno dai carabinieri del Ros. Ora l’inchiesta subisce un primo colpo mentre si rinfocoleranno le polemiche sulla mancata risposta dello Stato ad un omicidio eccellente e per 14 anni senza colpevoli. Non senza la complicità sostanziale di una deviazione investigativa fondata su una improvvida colleganza fra un cosiddetto “sistema Salerno” e l’omicidio di Angelo Vassallo. Un’analisi deviante che ha fattoi smarrire il filo della ragione primaria di individuare un responsabile o i responsabili dell’omicidio del sindaco. Ma questa è un’altra storia dell’Italia “politica” dell’eterno retroscena colpevolista da perpetuare a qualunque costo. Anche al costo di sconfiggere il principio costituzionale delle condanne definitive.