Ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Fabio Petrone. Il provvedimento è stato notificato direttamente in carcere Vincenzo Villacaro detto “Ciro” ed a Vincenzo D’Andrea, difesi dall’avvocato Massimo Torre. In venti pagine la ricostruzione de delitto avvenuto all’altezza dello svincolo di Baronissi. Ad incastrare i due pregiudicati, che rispondono anche dell’omicidio di Donato Stellato, le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia De Simone rese proprio nel corso dell’inchiesta per l’omicidio del fratello di “Pappacchione”. Nella vicenda fu tirato in ballo anche Giovanni Zullo. Fabio Petrone fu ucciso nell’agosto del 2007 mentre andava a domire a casa della sorella. Viaggiava a bordo della Honda del cognato quando fu colpito al fianco sinistro dai killer. Il trentenne, nonostante la ferita, tentò di fuggire a piedi ma stremato cadde a terra e fu raggiunto da tre colpi alla testa. La ricostruzione dei collaboratori di giustizia portò all’iscrizione sul registro degli indagati di tre persone: Vincenzo Villacaro, come mandante, Vincenzo D’Andrea e Giovanni Zullo (difesi dagli avvocati Massimo ed Emiliano Torre) come esecutori. De Simone ha riferito nel corso degli interrogatori che Villacaro gli aveva riferito che Petrone era un infame e gli propose di guidare la moto. De Simone rifiutò: “Villacaro disse che l’avrebbe fatto fare a Zullo. Poi della vicenda Petrone non seppi più nulla in quanto andai in vacanza”. Elementi che, insieme ad altri riscontri effettuati dagli inquirenti avrebbero segnato la svolta nell’inchiesta anche per l’ultimo dei casi rimasti irrisolti. Ieri la notifica dell’ordinanza cautelare per D’Andrea e Villacaro. L’inchiesta coinvolge anche Giovanni Zullo, difeso dall’avvocato Gargiulo, ed altre persone persone per favoreggiamento. Con l’ordinanza di custodia cautelare il sostituto procuratore antimafia Rosa Volpe, ora procuratore aggiunto a Napoli, ha dato una concreta svolta alle indagini per l’omicidio di Petrone. Sembra sia per essere notificata anche l’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Massimiliano Esposito.
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