di Antonio Manzo
Lui c’è. Lo disse Ciriaco De Mita, promettendolo provocatoriamente in vita: “Io parlerò anche da morto”. Disse così un giorno Ciriaco, più per intimorire recalcitranti avversari che per convinta e scaramantica previsione. Chissà, se nella sua vorace fame di lettore, avrà mai incrociato in vita le parole del grande scrittore russo Vladimir Nabokov. Gli sarebbero servito tanto alla sua calma me sferzante ironia mista al sarcasmo declinato con il suo italiano corroso dall’inclinazione irpina.
“Gli altri non muoiono mai. Io sono un altro, dunque non morirò”. Tradotto in demitese: gli aldri non muoio mai. Io sono un aldro, quindi non morirò. Lui non c’è più, ma la campagna elettorale per il Comune c’è. ti dicono in paese guardando la raffica dei manifesti delle tre liste con i sindaci che aspirano a succedere al sindaco Ciriaco De Mita. ripetono come unna litania, gente abituata alla Grande Politica ascoltata e riverita con il 70% dei consensi a De Mita sindaco. De Mita non c’è. La sua villa, meta di pellegrinaggi politici ma soptrattutto amicali veri, è quasi spenta. Ci abita ancora la sifngora Annamaria. I figli Antonia, Simona, Giuseppe e Floriana vivono a Roma. E’ come se il Napoli giocasse senza Oshimen con tute le proporzioni dei casi. “Ciriachì” per i nuscani e Ciriaco De Mita per gli annali della Repubblica è definito giustamente “statista” sulla sobria lapide apposta sulla facciata del municipio che lo ha visto conquistare per 14 anni la fascia tricolore da sindaco. Si, De Mita era il sindaco del paese. Chissà se capiterà nell’Italia che verrà più di assistere alla fine di un grande leader e di uno statista morire da sindaco dopo aver segnato le tappe più significative della politica. Pe quattordici anni sindaco del paese. Figlio di “don Peppino” il sarto del paese e di mamma Antonia è ora immortalato sulla facciata del comune di Nusco, a pochi metri della stanza che De Mita occupò da sindaco. La lapide è stata apposta a pochi metri della stanza che lo ha visto operare da primo cittadino con la proverbiale puntualità quotidiana.
Chi verrà eletto sindaco sarà il primo in fascia tricolore dopo Ciriaco De Mita. Sono tre i nomi in lizza. Francesco Biancaniello, Antonio Iuliano, Gianfranco Marino. Il primo, avvocato alla guida del gruppo «Uniti per Nusco», aveva sfidato il presidente quattro anni fa.
Non sfiorò la vittoria ma non ci andò nemmeno lontanissimo (42%). Per quattro anni capo dell’opposizione, ci riprova. Con Biancaniello c’è Luigi Mongelli inoltre, detto Tattalino. Fu il barbiere storico del presidente De Mita, lo stesso che nella prima campagna elettorale per le comunali sfoggiò una maglietta rossa con il volto dell’ex premier.
Lo stesso che nel centro del paese possiede una sorta di museo con fotografie che ritraggono De Mita con i grandi del Novecento. Divisi, come capita nei paesi. Ci fu chi come Franco Mangialardi’, intelligenza nuscana e protagonista di movimenti cattolici anche con padre Sorge, ha tentato di riunificare il paese con un civismo politico. Mangialardi storico amico di De Mita aveva l obiettivo di tenere unite le forze per fare esistere un piccolo borgo irpino. Ma la vera sorpresa è una lista di giovani in maggioranza nati negli anni Ottanta. La guida l’avvocato Gianfranco Marino, alla prima esperienza plitica: Per quanto possa valere la collocazione pollitica si tratta di una lista vicina al Pd e ispirata dallo storico parente oppositore, il comuniste >Ganni Marinoper una vita contrario al suo cufgino leader della Dc. Le riunio i oubbliche del gruppo di Gianfranco MRIno sono la novità. dice Gianfranco Marino. Professdionisti giovani ma umili nella declinazione di un impegno politico che intendono sviluppare. dice Gianni Marino,la stessa inclinazione intellettuale dei ragionamenti del parente Ciriaco, sia pure su versanti opposti.