Il trasporto pubblico locale su gomma vicino al tracollo. Una 964 bis è alle porte: la 964 è la legge regionale del dicembre 2010 che ha segnato la più grave ferita inferta ai servizi di tpl della Campania e del salernitano in particolare. Ora, a distanza di tre anni, c’è un nuovo piano regionale di rimodulazione dei servizi alle porte e gli effetti si preannunciano già devastanti. Tutto nasce a giugno, mese in cui è stato emanato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale, di fatto, è stato richiesto a tutte le Regioni d’Italia di procedere con una riprogrammazione dei servizi di tpl. Quattro i mesi di tempo dati alle amministrazioni regionali per mettere a punto il proprio piano di ottimizzazione: quello della Campania è stato affidato all’Acam, Agenzia campana mobilità, il cui presidente è Sergio Vetrella, assessore ai trasporti di palazzo Santa Lucia. Il nuovo programma delle percorrenze dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo mese di novembre anche se è altamente probabile che sarà l’anno nuovo a portare con sé i tagli. Stando alle prime indiscrezioni, la riorganizzazione messa in piedi dall’agenzia regionale sarà una ecatombe per i servizi di trasporto pubblico salernitano: dagli attuali 26 milioni di chilometri extraurbani di percorrenza annui (inerenti all’intero comparto, dunque alla pubblica Cstp e alle ditte private) si scenderà drammaticamente a 21 milioni di chilometri. Ben il 20% di tagli, insomma. Una mannaia che disintegrerà completamente il tpl su gomma nel salernitano con notevoli conseguenze anche sui livelli occupazionali delle oltre 50 ditte che si occupano di trasporti nel nostro territorio. L’intervento di riduzione avverà anche per quel che concerne i chilometri urbani, dunque interesserà anche i servizi del Comune di Salerno, ma la misura dell’incidenza non è ancora chiara. Sta di fatto che anche in questo caso si tratterà di un bel po’ di chilometri che non esisteranno più. Nello specifico, per quanto attiene, il territorio della città di Salerno, il discorso va strettamente ad intrecciarsi con quello della Metropolitana. Dalla Regione sono sempre stati chiari: per trovare le risorse per il ferro, bisognerà prenderle da qualche altra parte. Pronti alle barricate, per evitare la morte del settore, i sindacati di categoria che chiamano a raccolta anche gli enti. «Siamo preoccupati – spiega il segretario della Filt Cgil Amedeo D’Alessio – verificheremo se effettivamente la riprogrammazione avrà questi effetti devastanti e ci regoleremo di conseguenza».
(man)