Pina Ferro
Non paga una dose di stupefacente, giovane giovane viene minacciato di morte dagli spacciatori. Le minacce venivano estese anche ai familiari. A mettere la parola fine al clima di terrore che avevano creato due soggetti, padre e figlio, sono stati gli agenti della sezione antidroga della Questura di Salerno che hanno assicurato alla giustizia Michele e Alfonso Ansalone.
Michele Ansalone è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, infatti, è stato tratto in arresto dalla Squadra Mobile in due diverse occasioni, nel mese di giugno e di dicembre dell’anno scorso quando fu trovato in possesso di circa 200 grammi di sostanza stupefacente già pronta per essere venduta. Venerdì un nuovo arresto per aver terrorizzato un giovane assuntore che abitualmente si riforniva dagli Ansalone.
Nello scorso mese di dicembre presso gli uffici della Squadra Mobile si era presentato giovane, che evidente stato di paura per la propria incolumità personale raccontò di essere minacciato e perseguitato da Michele e e Alfondo Ansalone.
Il ragazzo raccontò che circa un anno e mezzo prima aveva cominciato ad acquistare Hashish e che lo comprava recandoso presso l’abitazione di Michele e Alfonso Ansalone rispettivamente padre e figlio. Gli acquisti da parte del giovane si erano ripetuti nel tempo fino ad arrivare a circa un mese prima, quando l’ultima cessione di 80 grammi di droga non era stata pagata.
Da quel momento erano iniziati continui sms e telefonate minatorie tesi ad ottenere il pagamento dello stupefacente, che non si fermavano al giovane ma coinvolgevano anche i suoi familiari.
Addirittura, padre e figlio più volte, per diversi giorni, andavano sotto casa della famiglia del denunciante, cercando di avere un contatto fisico con lui e la famiglia. La situazione non ha assunto aspetti allarmanti solo grazie a diversi servizi di osservazione organizzati dal personale della Squadra Mobile. E, grazie anche ai controlli mirati, organizzati con l’ausilio della Squadra Volanti, i due sono stati identificati e ammanettati.
L’attività d’indagine, coordinata dal sostituto procuratore presso il tribunale di Salerno Guglielmo Valenti, scaturiva in una richiesta di misura cautelare a carico dei due.
Il giudice per le indagini preliminari, Renata Sessa, ha concesso la misura cautelare degli arresti domiciliari a Michele Ansalone e la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza a carico del figlio Alfonso.