C’era chi tornava a casa, chi si recava in giro per i negozi, chi andava dal gommista, dal meccanico o all’autolavaggio. C’è chi è stato pizzicato al centro commerciale “Le Bolle” e chi addirittura in negozietti alimentari tipici di Colliano. Insomma, erano ovunque tranne che sul posto lavoro. Tutto in regola se non fosse per il fatto che timbravano il cartellino, risultando, dunque, sul luogo di lavoro mentre in realtà erano da tutt’altra parte. Nulla di nuovo sotto il sole, se non fosse che i medici, gli infermieri e i paramedici dell’Hospice “Il giardino dei girasoli” avevano una missione in più: assistere negli ultimi momenti pazienti con patologie tumorali in fase terminale. A partire da ieri mattina, tutti i responsabili sono stati interdetti per 12 mesi dal servizio. Le indagine del Nas di Salerno hanno scoperto un vero e proprio giro di assenteisti che utilizzavano anche la farmacia della struttura sanitaria a proprio piacimento. L’Hospice era diventato «casa loro» e la farmacia pubblica il loro dispensario per le attività private. Il tutto – secondo le numerose intercettazioni raccolte dagli inquirenti – senza espletare la loro principale attività. Ai loro pazienti concedevano, il più delle volte, una telefonata di cortesia e non la visita domiciliare prevista. In alcuni casi per giustificare la loro (non) presenza alle visite domiciliari hanno falsificato anche le firme dei pazienti. Una brutta storia quella dell’Hospice di Eboli, scoperchiata dal nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Salerno. Le indagini partono il 16 settembre del 2017, quando un’infermiera denuncia l’assenza di quattro fiale di morfina dalla farmacia della struttura sanitaria. Ad insospettire gli inquirenti anche la «minaccia» subita dall’infermiera poco dopo la denuncia da parte di un sindacalista, ora indagato a piede libero: «Hai fatto una grave errore a denunciare la mancanza di morfina, si poteva sistemare tutto come abbiamo fatto in passato». Da qui l’avvio delle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno fatto scoprire l’intero sistema, fino ad arrivare alla morte provocata di un giovane malato terminal. Garze, siringhe, passando per antidolorifici (Toradol e Spasmex) fino ai più costosi farmaci antitumorali e salvavita. Durante le perquisizioni, i Nas hanno trovato praticamente di tutto nei luoghi di lavoro e di residenza degli indagati. Ma in alcuni casi, come contestato al dottore Alessandro Marra (finito ai domiciliari con l’accusa di omicidio), le visite private venivano effettuate anche all’interno della stessa struttura pubblica. Ed è sempre Marra il protagonista di un certificato di tirocinio falso svolto da un giovane infermiere all’interno dell’Hospice di Eboli. Oltre Marra, finito ai domiciliari, i provvedimenti di sospensione – firmati dal Gip Perrotta – hanno riguardato i medici e infermieri dell’Hospice: Giovanni Zotti, Antonio Magrini, Luigi Mastrangelo, Carmine Iorio, Davide Di Maio, Cosimo Galdi, Loredana De Ruberto, Liliana Moccaldi, Gerarda Conte e Claudio Schettini. «Smantellato di fatto il dipartimento di medicina legale», l’annuncio del procuratore ff Alberto Cannavale: «Ma grazie all’Asl, la cui collaborazione è stata preziosa fin dall’inizio, abbiamo assicurato immediatamente la continuità delservizio con altri professionisti». E l’Asl, con una nota del commissario Mario Iervolino ha espresso piena fiducia nella magistratura: «Adotteremo tutti i provvedimenti di propria competenza».
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