Olga Chieffi
E’ stato lo splendido coro della Fondazione Domenico Bartolucci, diretto impeccabilmente da Adriano Caroletti, a firmare il gran concerto di Natale che la Fondazione di Comunità Salernitana Ets, col patrocinio di Diocesi, Comune di Salerno e Camera di Commercio di Salerno, ha organizzato in cattedrale alla vigilia della chiusura della Porta Santa, mentre il giorno successivo la stessa formazione, ha impreziosito la Santa Messa presso la Chiesa di San Pancrazio Martire a Conca dei Marini presieduta dall’Arcivescovo Monsignor Orazio Soricelli. Programma, presentato dal Vicepresidente della Fondazione Alessandro Biciocchi, composito quello del coro, che ha quale centro focale la polifonia della scuola romana. Il Coro Polifonico della Fondazione Domenico Bartolucci che si raccoglie intorno alla figura del suo direttore e fondatore Domenico Bartolucci, Maestro Perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina e Accademico di Santa Cecilia, una delle personalità più autorevoli nell’interpretazione della polifonia sacra, “inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale”, come lo stesso papa Benedetto XVI l’ha definita, la Polifonia della scuola romana, ha inaugurato il programma salernitano con il suo Hodie Christus natus est, dal carattere gioioso, costruito su di una melodia popolare. Raffinata la scelta delle due pagine di Pierluigi da Palestrina: mottetto “Dies sanctificatus” capolavoro polifonico a cappella per il Natale, celebre per la sua purezza, equilibrio e bellezza spirituale, eseguito splendidamente dal coro, che ne ha esaltano la maestria contrappuntistica, espletata, ad esempio nella quinta discendente alla parola “descendit” e la profondità liturgica, nonché la sua perfezione nella gestione delle voci e nell’espressione del testo sacro, unitamente al commovente Pater Noster, ancora un mottetto polifonico a cappella per doppio coro, capolavoro della musica sacra rinascimentale, lodato per la sua purezza e spiritualità, che dimostra la maestria di Palestrina, in particolare nella gestione degli spazi sonori, risultando in un’esperienza corale intensa e meditativa, un vero esempio della “scuola polifonica romana”, che ha richiesto grande precisione, intonazione perfetta e controllo del fraseggio per esaltare la bellezza delle linee melodiche intrecciate e la trasparenza del suono. Prima uscita solistica, quella di Natalia Paula Quiroga Romero per il mottetto natalizio del Cardinale Domenico Bartolucci “Parvulus filius”, a quattro voci, in cui si è toccato con mano la chiarezza, l’equilibrio, l’intonazione e la bellezza della polifonia, con la quale la formazione romana, composta da professionisti in forza alle massime istituzioni musicale vaticane, ha reso giustizia a quella semplice complessità e alla spiritualità delle composizioni del Cardinale, comunicando una particolare immersività della interpretazione e la qualità sonora, che ha catturato l’essenza della partitura. “C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme”, ebbe a dire del genio di Tortona, Giacomo Puccini, che fu Maestro di Domenico Bartolucci. Il Benedictus, intensamente eseguito, integra una messa liturgica polifonica, una delle molteplici che l’autore ha scritto, fra cui per esempio la messa funebre ufficiale proprio in memoria di Giacomo Puccini, del quale il coro ha esaltato il fervido lirismo e quel suggestivo affresco di spontanea e immediata invenzione. Non poteva mancare il grande padre, Johann Sebastian Bach, ricordato con “Jesus Bleibet meine Freude”, un corale famosissimo, parte della cantata BWV 147, celebre per la sua melodia serena e la sua popolarità in occasioni solenni, un capolavoro di serenità e spiritualità, un inno che unisce devozione e bellezza musicale, amato per la sua capacità di infondere pace e gioia, amalgama di voci e strumenti che avvolge con una carezza sonora davvero suggestiva, attraverso le morbide voci femminili sostenute dall’organo, che hanno riproposto questo corale bachiano in una modernità di esecuzione che non ha affatto alterato l’atmosfera pastorale voluta da Bach. Intermezzo organistico affidato al Maestro Davide Bucci, il quale ha improvvisato su temi natalizi del Cardinale Bartolucci, in cui la manipolazione del materiale sonoro ha definito strutture e modelli, la cui interazione genera sistemi a livelli crescenti d’astrazione. La ragione semantica della musica è emersa così, nel continuo divenire del “ludus harmonicus”, il gioco dell’invenzione e della mutazione, come una indescrittibile ed immanente intuizione del noumeno. La seconda parte del programma è stata aperta dalla solista Maria Tomassi, applauditissima per la sua interpretazione del Cantique de Noel di Adolphe Charles Adam, Minuit, chrétiens, eseguito con voce che privilegia la distensione, lo stile e la centralità del respiro, traente origine da una forza antica, manifestatasi attraverso una capacità espressiva profonda e autentica. Si è proseguito con i canti natalizi più celebri in diversi arrangiamenti tra cui quelli di Licinio Refice, con le sue armonie ricche e una profonda spiritualità, da Dormi non piangere a Tu scendi dalle stelle, per passare poi ad Astro del ciel. Chiusura nel segno del Cardinale, con Christus est a cinque voci a cappella, una sequenza natalizia breve, e al tempo stesso più intensa, per il fascino che emana e la commozione che suscita e finale con Adeste fideles un mottetto a cinque voci a cappella, del cardinale Bartolucci , in cui riproduce la antica linea melodica popolare in magistrale elaborazione polifonica. La novità sta nell’ apparato determinante dell’artista che ha saputo conglobare, esaltare e innalzare quella melodia fino alle più alte vette della sacralità, che il coro e il pubblico hanno fatto propri in laetitia, in una standing ovation.





