La banda centrale della Marina infiamma la platea affidandosi al tenore Claudio Minardi. Non potevano mancare gli strumentisti salernitani in frac blu: Michele Polverino, Ciro Principe, Vincenzo Borriello, Domenico e Valentino Di Lorenzo
Di OLGA CHIEFFI
Ogni grande festa ha la sua colonna sonora e quella del XX Raduno dei Marinai d’Italia è stata giustamente firmata dalla Banda Centrale della Marina, diretta da Antonio Barbagallo, che ha siglato la vigilia della sfilata con un concerto in piazza della Concordia. Ottimo concorso di pubblico per gli oltre cento elegantissimi frac blu che dopo il canto degli Italiani di prammatica si sono presentati al pubblico con la versione per fiati di “Tutto cangia il ciel s’abella”, finale del Guillame Tell di Gioacchino Rossini. Stella dello spettacolo il tenore Claudio Minardi, timbro ambrato, voce potente il quale ha dedicato al pubblico “Caruso” di Lucio Dalla, “Un amore così Grande”, passando per ‘U surdato ‘nnammurato” e l’immancabile “Nessun dorma!”. Scaletta assolutamente variegata quella strumentale, che resta la vera essenza della banda. Uno smalto di primissimo ordine: brillantezza smagliante e sensuale, tenerezza, eleganza e ironia, assoluta chiarezza di tratto e passione, fascinazione melodica e agilità virtuosistica, un’esecuzione caratterizzata da un’eccitazione quasi elettrica, che ha instillato un senso di immediatezza fisica nella musica, tale da generare un impatto emozionale sul numeroso pubblico presente, con un omaggio a George Gershwin, per “An American in Paris” con il suo tema blues, introdotto, però dall’ inconfondibile glissando ascendente della Rhapsody in Blue, per quindi, sotto la guida del vicedirettore Contarini, montare a cavallo per l’ouverture della “Leichte Kavalleria” di Franz von Suppè, anche se nel galop il Maestro ha usato “troppa mano”, trattenendo la formazione. Un medley dal musical The Phantom of Opera di Andrew Lloyd Webber e una pagina originale dedicata alla banda “Gaelforce” di Peter Graham, affidata al Flicorno Soprano, Fabio Vicario, il quale coi legni ha schizzato le atmosfere celtiche irlandesi. Entusiasmo e fierezza nello sguardo e negli occhi delle due anime di questo meraviglioso raduno l’ Ammiraglio di Squadra e Presidente dell’A.N.M.I. Giuseppe Pagnottella e Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Marina, che hanno ringraziato il pubblico e gli strumentisti salernitani della formazione. E si perché in ogni banda militare ci sarà sempre qualcuno che onora la grande tradizione di fiati della nostra prestigiosa scuola di musica. La Marina vanta, infatti, nel suo organico: il percussionista Michele Polverino, il flicorno tenore Ciro Principe, il tubista Vincenzo Borriello, unitamente ai clarinettisti Domenico e Valentino Di Lorenzo, mentre il primo sax alto Domenico Montano ha festeggiato il compleanno proprio qui a Salerno. Un concerto chiuso dall’augurale brindisi della Traviata. Ma la banda è insuperabile quando sfila. Domenica mattina, la banda centrale si è divisa in due: una parte ha sfilato con le associazioni e l’altra era già pronta sotto il palco ad intrattenere gli ospiti: la celebre marcia la Ritirata, la marcia d’ordinanza e per il palco i couplet della Carmen di Bizet, mentre la banda di appoggio dell’ANMI ci ha fatto riascoltare l’impavido inno dei sommergibilisti, in una elegante e raccolta sfilata, che ha salutato anche la partecipazione della banda La Marinara di Forte dei Marmi, salutata dai marinai di tutt’Italia e chiusa dal grido dei giovani Leoni del Battaglione San Marco.