«La magistratura fa il suo corso e fa bene. Per ora sono perseguiti i presunti responsabili del crac: ma i lavatori sono in mezzo a una strada e all’orizzonte non si prevedono soluzioni». Lucia Pagano, sindacalista della Cisal, lancia l’allarme sulla oscura sorte dei 750 dipendenti delle varie società del gruppo Ipervigile, la holdig della vigilanza privata italiana, tra le più importanti del settore.
Un appello che viene, in realtà, lanciato nuovamente, e all’indomani del giudizio immediato di Fernando De Santis, della moglie Filomena Vicidomini e del braccio destro Maria Assunta Scarpati, tra l’altro, quali presunti associati per delinquere al fine di commettere bancarotte di società del gruppo e truffe Inps .
«Questa storia ha un limite -sottolinea la Pagano-. Bisognava attendere la magistratura per intervenire su un sistema di potere e di cleientele che è proseguito per decenni? E’ mai possibile che nessuno se ne sia accorto? Questa costazione non è accademica ma ci preoccupa per l’avvenire. Non vorremmo che qualcuno legato al gruppo nocerino sia già pronto ad intervenire sul mercato con nuove società per operare nello stesso settore, fidando in controlli pubblici quantomeno tardivi. E così al danno si aggiungerebbe la beffa degli operatori che sono sempre gli stessi». Un timore che per la sindacalista è fondato: «I servizi di vigilanza assicurati dal gruppo Ipervigile sono passate ad altre società che non hanno mai assorbito la forza lavoro». Ma c’è un’ulteriore partita da giocare: «Il sequestrato per equivalente dal pm Roberto Lenza, ridotto poi dal tribunale del Riesame, sarebbe vincolato alle evasioni, omissioni e sanzioni amministrative conseguenti ai reati che si ritiene commessi dagli imputati/indagati. Va ricordato, però, che I lavoratori devono ancora percepire stipendi, straordinari e competenze di fine rapporto. Alla stato sono andate deserte le vendite di beni aziendali disposte dalla curatela fallimentare. Siamo, quindi, preoccupati». Una soluzione potrebbe essere quella di estendere i fallimenti delle singole società a coloro che di fatto ne erano i gestori. Insoma, i De Santis e la Scarpati potrebbero concorrere con i propri patrimoni personali alla riparazione del presunto danno e spettanze. Il sindacato spera che si arrivi presto a un livello più alto di responsabilità.