di Arturo Calabrese
Angelo Vassallo fa paura? La risposta, stando a quanto sta accadendo, è purtroppo positiva. La sua memoria, il suo volerlo ricordare, la voglia di perpetrare un insegnamento non fanno soltanto paura, ma fanno anche arrabbiare molto.
È il caso, ad esempio, del consigliere di Agropoli Mario Pesca il quale, oltre al triste spettacolino offerto in consiglio comunale, anche in altre sedi, se pungolato sulla questione, va in escandescenza, forse non accettando una provocazione o forse perché toccato nel punto giusto. Il comune di Agropoli fa fatica a dire di sì al sindaco pescatore e gli esempi negli ultimi tempi sono due, entrambi molto palesi. La Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore ha organizzato, attraverso realtà locali, la presentazione del libro dedicato al primo cittadino trucidato nel 2010.
È stata chiesta l’aula consiliare che è stata ovviamente concessa, il diniego sarebbe stato particolarmente grave, e il popolo l’ha riempita con alcune persone rimaste in piedi. Da sottolineare l’assenza totale da parte della maggioranza: non un solo rappresentante di quella parte politica è stato presente, nonostante tanti altri impegni mondani e culturali vengano spesso onorati.
Una mancanza, doveroso sottolinearlo, che nessuno ha sentito. Anzi. Qualche giorno dopo, in consiglio comunale, Raffaele Pesce, esponente della minoranza e presente durante la presentazione, ha proposto l’intitolazione di un luogo di Agropoli a Vassallo. La maggioranza non detto di no, ma nemmeno ha risposto positivamente. Il sindaco, ben difeso da un molto nervoso e urlante consigliere Pesca, ha proposto l’istituzione di una commissione con il compito di valutare l’intitolazione di zone della città ad una serie di agropolesi degni di nota.
Ciò nasce dalle numerose proposte di cittadini arrivate a Roberto Antonio Mutalipassi nei mesi di amministrazione. E quindi Vassallo passa in secondo paino. La stessa decisione è stata presa ad Acerra. La minoranza, composta da Giuseppe Casoria, Domenico Catapane, Vincenzo De Maria, fausto La Montagna, Salatore Maietta, Salvatore Messina, Antonio Nocera e Andrea Piatto, ha presentato la richiesta di intitolazione di uno spazio pubblico.
Il sindaco Tito D’Errico ha invece proposto l’intitolazione a tutti i caduti per mano criminosa. È lo stesso, cambia poco. Ci sono degli amministratori che non riescono a dire semplicemente sì a Vassallo. Difficile capirne il perché, eppure si parla di un sindaco ucciso, di un cittadino italiano che ha dato la vita per difendere il territorio, quel Cilento di cui tanti si riempiono la bocca vista come area vasta, come unico comprensorio nel quale vivere.
Di Cilento si parla in ogni sede ed anche della sua condivisione fra Enti. Però chi lo ha difeso, chi lo ha migliorato, chi lo ha portato ad essere in vetrina internazionale non ha l’onore di essere considerato.
Anzi diventa terreno di scontro: le scene viste nel consiglio comunale, con urla e sbraiti da parte della maggioranza, sono, come detto, un teatrino molto triste, tipico di chi non più argomenti. Si è arrivati addirittura dire che la Commissione parlamentare antimafia ha sbagliato a istituire un comitato d’inchiesta sul Sistema Cilento.