di Andrea Pellegrino
Non c’è più rischio crolli. Il cantiere Porta Ovest, che collega in galleria il Porto con l’autostrada A3, è stato dissequestrato dal gip del Tribunale di Salerno Stefano Berni Canani, accogliendo la richiesta della “Tecnis” (azienda finita più volte in bufere giudiziarie), rappresentata dall’avvocato Cecchino Cacciatore. Non vi è più rischio crollo e pericolo per la prosecuzione dei lavori, secondo il magistrato. In particolare la rimozione dei sigilli c’è stata nel cosiddetto “fronte di scavo”, posizionato negli ultimi dieci metri delle canne finora realizzate delle gallerie di Porta Ovest. I lavori dovranno seguire delle prescrizioni. Ed in particolare, una preventiva e costante esecuzione di indagine e di saggi geognostici a partire da ogni singolo fronte di scavo e dovranno sottostare al monitoraggio e alla vigilanza da parte del provveditorato alle opere pubbliche della Regione Campania. Per il Gip, dunque, allo stato, anche secondo le relazioni tecniche presentate, «le condizioni della galleria non comportano ad oggi e allo stato un pericolo di possibili disastrosi cedimenti di immobili e di infrastrutture esistenti sulla superficie del suolo e ricadenti nel volume di influenza dei fenomeni derivanti dallo scavo». Respinte le ipotesi dei consulenti nominati dal pubblico ministero che avevano chiesto la modifica al Genio Civile dell’originario progetto esecutivo approvato, il Gip ha condiviso, dunque, la Ctp dell’Autorità portuale di Salerno a firma del professore De Vita e dell’ingegnere Spizuoco. Nel procedimento penale che riguarda la realizzazione di Porta Ovest, sono otto gli indagati. Si tratta, in particolare di Vincenzo Manganiello (difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore); Francesco De Rosa (assistito dall’avvocato Andrea Di Lieto); Mario Vitale; Ludovico Amoretti (difeso da Francesco Saverio D’Ambrosio); Antonio Morabito; Fabio De Iulio e Fulvio Giovannini. Sono tutti tecnici e dirigenti della Tecnis accusati del reato di disastro colposo e cooperazione colposa.