
di Raffaella D’Andrea
Ma io, che intevisto Nicola Santini?!» Lo ammetto questa intervista, un attimo di smarrimento me l’ha dato! Perché, diciamolo, intervistare Nicola Santini è un po’ come cercare di dare lezioni di bon ton alla regina Elisabetta (pace all’anima sua). Ma lui, con quella sua ironia tagliente e lo stile inconfondibile, mi ha subito messa a mio agio:
“Chiedimi pure tutto… tranne della mia vita privata. Quella, non si tocca!”. E accompagna la risposta con quella risata leggera che è già un marchio di fabbrica.
Così inizia la mia intervista a “Nicola Santini, giornalista, scrittore, autore televisivo e soprattutto guru indiscusso del galateo. Dopo gli studi di comunicazione negli Stati Uniti si è specializzato in galateo internazionale, di cui è considerato il massimo esperto in Italia. Dopo l’uscita del suo primo libro, “Business + Etiquette”, è stato notato da Maurizio Costanzo, che lo ha lanciato nel mondo della televisione. Ma è grazie a Francesca Barberini che, valorizzando la sua passione per la cucina e la buona tavola, è diventato un’autorità in termini di cibo e arte del ricevere. Con la Barberini è stato giudice al Gambero Rosso nel primo talent show culinario, per poi approdare a “La prova del cuoco” e successivamente a “Cotto e mangiato”, dove ancora oggi cura spazi dedicati al galateo
Ma anche appassionato di cucina e… di cani.
«Lo confessa senza esitazioni: “Sui miei social mi vedete sempre con lei, è la compagna più fedele che ho. Viaggia con me, mi segue ovunque. L’ho adottata dopo una brutta storia di abbandono. Da allora non mi lascia mai, è legatissima a me, invece gli altri due che sono dei maschietti giocano insieme e li posso lasciare al dog sitter».
Lei è sempre impeccabile, in forma e con una presenza elegante, sia dal vivo che sui social. Viene spontaneo chiederle: che tipo di alimentazione segue?
«Guardi, una premessa è doverosa: ai social bisogna credere… ma fino a un certo punto. È chiaro che non posso postare 24 ore su 24 tutto quello che mi accade, e ciò che condivido è solo quello che reputo interessante o utile. Se mi preparo un’insalata a casa, non è detto che la fotografi. Però è vero che, osservando il mio profilo, può sembrare che abbia una vita da copertina, fatta di eventi e luoghi esclusivi. Ecco, quella è solo una fetta della torta – non tutta la torta. In realtà, conduco una vita molto più ritirata e riservata. Proprio questo mi permette di avere un certo equilibrio, anche alimentare. Il vero cambiamento è avvenuto quando, dopo oltre dieci anni a Milano, mi sono trasferito a Duino Aurisina, tra mare e natura. Lì ho cominciato a bere latte che prendo direttamente in fattoria (non dico che chiamo le mucche per nome, ma quasi!), a mangiare formaggi tipici come il Jamar, a prendere le verdure dagli orti. Oggi cucino quasi sempre io, così so con esattezza cosa finisce nel piatto, da dove viene e come viene trattato. Tra una cena gourmet e un’insalata con verdura che sa davvero di verdura, scelgo quest’ultima. Non per un motivo ideologico o ambientalista, ma per una questione di gusto, di piacere personale».
Una dieta naturale, quindi. Ha inciso anche sulla forma fisica?
«Senza dubbio. Io sono uno di quelli che non ha due chili “ballerini”, ma dieci.Eppure, con un’alimentazione fatta più di attenzione che di rinunce, oggi, quasi a 50 anni, sono al mio peso forma. E non lo dico per dimostrarne dieci di meno, non ho l’ambizione di sembrare più giovane, voglio semplicemente stare bene nella mia pelle, con l’età che ho. Il tempo per me è un alleato, non un nemico. Quando sento parlare di “anti age” mi viene da sorridere. Perché combatterlo? È una battaglia persa. Meglio viverlo bene».
Da quello che è pubblico si percepisce proprio questo: una persona equilibrata, che ha scelto uno stile di vita più sereno.
«Assolutamente. La mia è stata una scelta consapevole. Ho vissuto la notte, ho viaggiato, ho incontrato personaggi incredibili. Sono cresciuto nei salotti della prima e seconda Repubblica, frequentavo Marina Ripa di Meana, quindi la mondanità l’ho vissuta fino in fondo. Ma oggi sono felice così con le mie passeggiate, le mie ore di sonno, il mio ritmo».
La sua voce calda, rilassante e pacata la sentiamo anche su Radio Dimensione Suono Soft, come nasce questo progetto?
«È un sodalizio che dura da anni. Devo molto a Francesca Barberini, che mi ha portato nel mondo dell’enogastronomia, quando lavoravamo insieme al Gambero Rosso. Da lì è nato tutto, il primo talent show culinario, le gare de La Prova del Cuoco,dove sono stato giudice per tre anni… ho visto nascere fenomeni come Barbieri, Borghese, Rugiati. Poi, con Francesca, abbiamo dato vita a “Segreti in tavola” su Dimensione Suono Soft, dove ogni settimana parliamo di galateo in pillole, in modo semplice, leggero e quotidiano. Niente argenteria da cerimonia, ma buone maniere da mettere in pratica ogni giorno».
Dottor Santini, come si arriva lì dove è arrivato lei? Me lo ha già accennato, ma qual è stato il suo percorso di studi e di esperienze per ricoprire incarichi così prestigiosi e anche di una certa responsabilità?
«Se penso agli studi, mi sembra passata un’eternità… Ho frequentato l’università all’estero, alla Notte University e poi alla New York University, dove affrontavo materie che oggi sono considerate attuali, ma che all’epoca erano decisamente innovative. In Italia non esisteva ancora un corso di laurea in marketing o comunicazione per studiare quelle discipline ho dovuto fare le valigie. È stata un’esperienza formativa straordinaria. In più, ho sempre avuto una grande curiosità per tutto ciò che rappresenta la contemporaneità. Non sono nostalgico, pur riconoscendo il valore delle radici e del passato. Ma mi piace leggere tutto in chiave moderna. Forse anche per questo mi sono spesso trovato nel posto giusto al momento giusto. E posso dire una cosa, senza falsa modestia, nella mia vita non ho mai spedito un curriculum, né fatto un colloquio per mia iniziativa. Le opportunità sono arrivate perché facevo ciò che mi piaceva, e questo ha attirato le persone giuste sulla mia strada».
Quindi una combinazione di talento, ma anche di fortuna?
«Certamente. Anche per quanto riguarda la televisione sono nato in Versilia, oggi vivo a Trieste, e non vengo da circuiti “classici” come quelli delle agenzie o dei manager famosi. Non ho mai avuto un agente o un politico a spingermi. Eppure, non ho mai saltato una stagione televisiva a volte con ruoli più importanti, a volte più leggeri, ma c’è sempre stata una continuità».
Mai fermo, insomma?
«Mai fermo, no. E credo che una certa autorevolezza sull’etichetta e sul galateo, oggi più rara, venga ancora rispettata. A differenza di altri ambiti dove l’improvvisazione è diventata la regola, gente che parla di moda senza sapere cos’è un orlo, o di design senza aver studiato architettura. Nel mio settore siamo rimasti in pochi, e chi ha provato a “fare il fenomeno” per una stagione, spesso è poi scomparso. La genuinità, l’autenticità e la preparazione, alla lunga, pagano».