di Erika Noschese
Acque agitate all’interno del Movimento 5 Stelle che continua a perdere pezzi. Dopo le dimissioni di Andrea Crippa da presidente del direttivo arrivano ora quelle della vice presidente Elisa Tripodi e di Nicola Provenza. Nel caso del parlamentare salernitano si tratta di un “atto dovuto” in quanto – per statuto – in caso di dimissioni del presidente decadono tutte le altre cariche del direttivo. “Le dimissioni del direttivo sono legate al fatto che – secondo lo statuto – nel momento in cui il presidente del gruppo si dimette, e nel nostro caso si è dimessa anche la vice presidente vicaria, decade il direttivo. Le dimissioni diventano un atto dovuto ma riguarda il direttivo, io resto nel Movimento 5 Stelle”, ha spiegato il deputato salernitano. L’onorevole Provenza, seppur in maniera particolarmente velata, non risparmia qualche frecciatina ai dissidenti: ““Quando una persona prende una decisione e si candida fa un patto con gli elettori e deve portare fino in fondo questa scelta, se non è nelle condizioni di farlo e ci sono fattori irrinunciabili deve dimettersi”.
Onorevole, con la decisione del Movimento 5 Stelle di non votare la fiducia al premier Draghi sono giunte le dimissioni e, di conseguenza, con la caduta del governo si torna al voto il prossimo 25 settembre. Oggi, questa scelta, trova ancora pieno riscontro da parte sua?
“Io ho sempre seguito l’indirizzo che – di volta in volta – il Movimento portava avanti, fermo restando che su situazioni come questa così come in passato ho espresso delle mie valutazioni come giusto che sia. Se c’è una decisione e il Movimento pensa sia quella più adatta per il nostro compito, per il Paese e i cittadini non può che vedermi d’accordo”.
E’ pronto a scendere in campo per una ricandidatura?
“In questo momento, secondo me, ci sono delle valutazioni che vengono fatte non da me ma ovviamente da chi, in questo momento, ha la responsabilità di gestire questa fase delicata e mi riferisco al presidente Conte e a tutti gli organismi, il consiglio nazionale e i vice presidenti che stanno valutando una serie di aspetti e nel momento in cui verrà definita una linea – essendo sempre stato io favorevole a questo – mi adeguo alle loro valutazioni”.
Beppe Grillo proprio in queste ore ha chiesto di non concedere deroghe al secondo mandato. Tanti parlamentari, anche nel salernitano, sono impossibilitati a ricandidarsi. Lei è d’accordo con la linea di Grillo?
“Io penso ci siano regole che fanno parte di un patto e ciascuno di noi ha accettato nel momento in cui ha deciso di candidarsi. Io mi sono attenuto, fin dall’inizio, a tutte le regole che facevano parte di quel patto all’atto della candidatura”.
Tanti addii all’interno dei 5 Stelle, tra cui quello del collega Cosimo Adelizzi. Cosa ne pensa di questo sgretolamento interno al Movimento?
“Questa è una cosa che devono valutare i diretti interessai, non mi permetto di dare giudizi né di fare valutazioni. Ripeto, nel momento in cui ho scelto di candidarmi con il Movimento è come se avessi fatto un patto d’onore che rispetto fino alla fine e nel momento in cui non dovessi riconoscermi più nel Movimento 5 Stelle, con una condizione come quella che si è verificata qualche mese fa, avrei sicuramente rassegnato le dimissioni da parlamentare e sarei tornato a casa, senza passare in altra formazione politica”.
La decisione di non scegliere i candidati tramite la piattaforma Skyvote non crede possa essere penalizzante per i 5 Stelle? Era ciò che rendeva diversi dagli altri partiti…
“La decisione non è stata ancora presa. Mi auguro che, in una discussione ampia, prevalga sempre un’idea di partenza dal basso, condivisione, fermo restando che i tempi in cui stiamo vivendo sono delicati; il Movimento ha subìto una serie di scossoni che partono dalla primissima scissione che si è verificata dopo la prima fiducia al premier Draghi e ha poi vissuto la sua fase più drammatica quando Luigi Di Maio e sessanta parlamentari hanno deciso di fondare un nuovo movimento politico”.
Si parla di campo largo, ipotesi 5 Stelle in coalizione con il centrosinistra. Cosa ne pensa?
“In questo momento, questa ipotesi non è in campo e tra l’altro, vivendo questo mio mandato nell’ottica della realtà territoriale, è una cosa inaccettabile, per me. È la mia posizione e l’ho sempre ribadito anche in campagna elettorale per le comunali di Salerno: siamo riusciti a piazzare due consiglieri, due rappresentanti che mi sembrano assolutamente di qualità, in linea con il loro mandato”.
Lei, da parlamentare, ha portato avanti battaglie fondamentali a partire dalle fonderie Pisano e la tutela della salute pubblica. Una sua riconferma non potrebbe, secondo lei, agevolare il lavoro per chiarire definitivamente se lo stabilimento di Fratte è così dannoso per la salute pubblica o meno?
“Io penso che le battaglie politiche si debbano fare dentro le istituzioni, e io l’ho fatto, ma si possono fare anche fuori dalle istituzioni. In ogni caso, quello che mi serverà il futuro lo vedremo ma le battaglie nelle quali credo e ha creduto il Movimento, quelle relative ai temi della sanità, della trasparenza soprattutto nel campo sanitario – e sono stato coordinatore di una legge molto importante approvata in Parlamento quest’anno – mi vedranno sempre attivo, indipendentemente dal fatto di ricoprire un incarico governativo o meno”.
Dopo tante accuse e attacchi, il governatore così come tanti esponenti del centrosinistra, plaudono alla decisione del ministro Di Maio dopo l’addio ai 5 Stelle. Cosa ne pensa?
“Quando una persona prende una decisione e si candida fa un patto con gli elettori e deve portare fino in fondo questa scelta, se non è nelle condizioni di farlo e ci sono fattori irrinunciabili deve dimettersi. Il patto che i 5 Stelle hanno siglato con gli elettori, a livello nazionale, regionale e ora anche a livello dell’ente locale comune, non si prestano ad interpretazioni; se qualcuno cambia idea o addirittura cede a determinate dinamiche, bisogna domandarlo a chi fa questa scelta. Personalmente, non ho mai avuto dubbi”.