di Marco De Martino SALERNO – Davide Nicola è ad un bivio. Ormai è chiaro, dopo le parole di De Sanctis nell’immediato dopo partita di Reggio Emilia e gli umori che filtrano dalla società granata, che il tecnico stia rischiando seriamente l’esonero. Sono bastate due sconfitte consecutive per portare, per la prima volta in stagione, la Salernitana in zona retrocessione. Un evento che ha evidentemente scosso il direttore sportivo, non esente da colpe (anzi…) e lo stesso patron Iervolino, convinto di aver costruito una squadra più che competitiva. D’altra parte il saldo contabile dell’estratto conto di fine mese scorso parla chiaro, con oltre 40 milioni di euro investiti (alcuni di essi davvero male…) sul mercato estivo. La soluzione più semplice ed immediata, nel calcio, è quella del cambio tecnico e Nicola sa bene che non può sottrarsi a questa legge non scritta. L’unica arma a disposizione del tecnico granata è il lavoro ed un pizzico di buona sorte nei prossimo 90′ contro l’Hellas Verona dei suoi ex fedelissimi Milan Djuric e Simone Verdi. Solo battendo gli scaligeri Nicola proseguirebbe la propria avventura salernitana e così l’allenatore ed il proprio numerosissimo staff tecnico stanno cercando le soluzioni tattiche giuste per evitare il ribaltone. IL CAMBIO MODULO Una di queste potrebbe essere rappresentata dal cambio del modulo di partenza. Un po’ come accadde mesi fa, quando arrivato a Salerno varò il 4-4-2 salvo poi ripiegare, con ottimi risultati, sul 3-5-2, Nicola potrebbe scegliere di modificare il sistema di gioco della Salernitana in un estremo tentativo di cambiare le sorti sue e della sua squadra. Contro il Verona la difesa a tre potrebbe essere accantonata per tornare alla linea a quattro. Un modo per sfruttare meglio le caratteristiche di elementi, come ad esempio Mazzocchi, Candreva e lo stesso Maggiore, finora costretti a districarsi in ruoli non propriamente nelle loro corde riscontrando così notevoli difficoltà a rendere al massimo. Con la difesa a quattro Mazzocchi tornerebbe a destra per formare, con Candreva, una catena di tutto rispetto che già a Bologna dimostrò di essere all’altezza. Maggiore, oppure lo stesso Coulibaly, potrebbe agire in un centrocampo più lineare, con un metronomo accanto come Bohinen e con la possibilità, dunque, di dedicarsi alla pressione sul portatore di palla avversario ed agli inserimenti in zona gol. Sul versante mancino potrebbe toccare a Daniliuc fungere da terzino sinistro “bloccato” (come gli è capitato di fare al Nizza) schierando davanti a lui un elemento più offensivo, Vilhena, Kastanos o addirittura Valencia, per cercare di creare maggiori pericoli in area di rigore avversaria. L’altra soluzione è rappresentata dall’inserimento di Bradaric al posto dell’austriaco: il croato potrebbe garantire maggiore spinta ma minore copertura difensiva su quel versante. CASTING AL VIA Nel frattempo però è già cominciato il classico toto-nomi per la successione di Nicola. Un gioco crudele ma necessario per evitare di farsi trovare impreparati in caso di ennesimo rovescio. Al momento la società granata sembra orientata verso un profilo esperto, che possa valorizzare con pragmatismo e sagacia il materiale umano a disposizione. Claudio Ranieri ed Aureliano Andreazzoli, conosciuti e stimati da anni dal ds De Sanctis vista la comune militanza alla Roma, sono i nomi più caldi ma occhio ad altri ex giallorossi come Daniele De Rossi ed Eusebio Di Francesco, più giovani, meno affidabili ma sicuramente portatori di entusiasmo, motivazioni ed idee nuove. Infine non è da escludere che alla fine possa spuntarla il classico nome a sorpresa, come ad esempio quello del l’ex tecnico del Cagliari Davide Ballardini o dell’ex Samp e Parma Roberto D’Aversa.
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