È un fiume in piena Nicola Gratteri, neo Procuratore della Repubblica di Napoli, ospite a Castellabate di SUDeFUTURI, evento organizzato dalla Fondazione Magna Grecia. Il magistrato è stato protagonista del confronto “Globalizzazione delle mafie nello spazio digitale” insieme al giornalista e saggista Antonio Nicaso, un incontro introdotto da Nino Foti, presidente della Fmg, e moderato dalla giornalista Paola Bottero. «Se vogliamo dare una stretta alle mafie – spiega il Procuratore – dobbiamo fare in modo che la società si riprenda i propri spazi. Le mafie sono ovunque, ma sta a noi toglierle dai luoghi che hanno strappato e nei quali si sono imposti. Le scuole, ad esempio, devono rivestire nuovamente un ruolo importante anche perché fanno parte della ricetta a lungo periodo».
Interrogato sullo stato di salute dell’Italia, Gratteri non usa mezze parole: «Si può fare di più e potrebbe stare meglio se avessimo più coraggio, più senso civico, più senso dello Stato. Non basta solo lavorare e pagare le tasse, ma dobbiamo impegnarci di più nel sociale, aiutare chi ha bisogno. Dobbiamo riprenderci gli spazi che le forze dell’ordine e la magistratura libera tolgono alle mafie impegnandoci nella vita di cittadini a tutto tondo». Altrettanto chiaro sul governo e sul ministro della giustizia Carlo Nordio: «Non devo dire niente al ministro – spiega – io applico i sistemi giudiziari che il legislatore ci fornice e poi nel momento in cui ci sono delle criticità io le dico e le racconto. Stiamo aspettando di vedere quali riforme passeranno tra ciò di cui si sta discutendo ormai dalla fine del 2022. Non esiste una solo cosa da modificare affinché il sistema funzioni e migliori. Bisogna avere una visione di insieme e modificare tante piccole e medie cose nel rispetto della costruzione e creare un sistema tale che diventi non conveniente a delinquere».
Dopo l’elezione a Procuratore di Napoli, datata 13 settembre 2023, Gratteri ha già incontrato le istituzioni campane: «Molti li conosco – racconta – ieri (mercoledì per chi legge, ndr) ho incontrato i vertici di Caserta ed oggi (ieri) ho lasciato un saluto alla Procura di Napoli. Conosco tanti vertici delle forze dell’ordine ma voglio conoscere gli investigatori, coloro che sul campo ogni giorno costruiscono, fanno le indagini». Discorso diverso, da parte del neo Procuratore napoletano, per quanto riguarda i vertici amministrativi della Regione Campania: «Se ce ne sarà occasione o ce ne sarà bisogno li incontrerò – dice caustico – io non faccio il giro delle sette chiese. Io vado lì a Napoli per lavorare e per cercare di rendere più vivibile un territorio. Non sono un uomo molto di forma o di sedute ufficiali. Ho una vita molto riservata e pertanto non frequento molto il sociale, vado solo è assolutamente necessario».
Dall’alto della sua esperienza, il Procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri parla anche della stretta attualità: «Noi non vinceremo mai la guerra contro i narcotrafficanti – ragiona – perché abbiamo le Nazioni Unite che sono troppo deboli. È una lotta impari e non ne potremo mai uscire vincitori. Per batterli, dobbiamo vincerli sul loro stesso campo di battaglia, magari andando in Colombia e fare in modo che piantare caffè deve essere conveniente come coltivare la materia prima per le sostanze stupefacenti». Le mafie, stando alle spiegazioni di chi le conosce molto bene, oggi hanno affinato le proprie pratiche e hanno commerci con i più moderni mezzi. «Fanno affari con i bitcoin – argomenta Nicola Gratteri – parlano direttamente con i narcotrafficanti grazie a sistemi inaccessibili, vagano nel dark web, scambiano soldi elettronici». Ciò, però, non deve portare alla resa: «Dobbiamo anche noi modernizzarci – conclude il magistrato – ma per questo servono soldi. Sono investimenti perché coi sequestri lo Stato ci guadagna ed anche bene. Non dobbiamo più avere paura».