Porta Ovest: fermatevi, per carità! - Le Cronache
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Porta Ovest: fermatevi, per carità!

Porta Ovest: fermatevi, per carità!

Di Michelangelo Russo
L’articolo di Erika Noschese del 29 settembre ha messo i riflettori sulla gravità delle prospettive per la viabilità salernitana nel prossimo futuro. Il gigantesco traforo dal porto all’autostrada sta dimostrando tutta la fragilità e rischiosità del suo impianto progettuale. Se ne è accorto, finalmente, anche l’Assessore all’Urbanistica Brigante, che da serio professionista non ha potuto che ammettere le brutture di quanto sta succedendo, non per colpa sua. In sintesi: come abbiamo scritto da queste colonne, da tempo, non esiste a tutt’oggi una prospettazione dimensionale e panoramica (come avvenne invece per il modellino del Crescent, esposto addirittura all’ ex Cinema Capitol) dell’impatto dei ponti, controponti, rotatorie, buchi e sbancamenti che la parte storica dell’immagine di Salerno subirà con il groviglio di interventi assurdi necessari, secondo l’infausto progetto, per centrare l’ingresso dell’autostrada. Brigante ha ammesso questa carenza. Noi di Cronache da mesi, come da ben due anni denunzia pure l’ex Ingegnere Capo di Salerno Felice Bottiglieri, diciamo che il Comune di questa faccenda di Porta Ovest parla in sottotono, verosimilmente per timore dell’indignazione dei salernitani nel vedere tridimensionalmente lo scempio che verrà. Adesso prima osservazione: le dichiarazioni dell’Assessore Brigante tradiscono un certo imbarazzo. Praticamente, ci pare di capire, che tutto il lavoro futuro è improntato alla precarietà e provvisorietà delle opere. Un ponte transitorio, un allaccio provvisorio, una viabilità sperimentale. Ma che razza di progettazione c’è alla base? Ma come sono stati approvati in Giunta i progetti? Ma lo sapete che il falso ideologico in atto pubblico della progettazione del Trincerone, dichiarata come esecutiva nella delibera di Giunta, fu l’architrave del processo relativo, e che l’imputazione finì, nel 2003, con una assoluzione, si, ma per avvenuta prescrizione? Dichiarata con una lunga motivazione della Cassazione (sempre reperibile), la sentenza rimane un pilastro della giurisprudenza italiana su come dovrebbero essere i progetti delle opere pubbliche per essere sicuri e funzionali. Farebbero bene, forse, a leggerla anche i giovani magistrati della Procura della Repubblica per cogliere suggerimenti, magari, su come impostare le indagini, e i capi d’imputazione, nei processi sugli appalti pubblici. Le esperienze passate possono spesso essere di grande aiuto. Sta di fatto che l’improvvisazione nelle opere pubbliche mal si concilia con un intervento progettuale che adesso sconvolgerà il traffico cittadino. Ma poi c’è questo mistero dei container che crescono come palazzi nella cava, sotto il castello Arechi, in zona paesaggistica primaria. Ma che ci fanno?? Chi li ha autorizzati? Il Comune, come ha detto Erika Noschese, fa spallucce davanti alla domanda, rispondendo che la cosa riguarda la Regione. E’ vero, il ripascimento delle cave è di competenza del settore specifico di tutela del territorio, ex Genio Civile. E’ questo ufficio che dà le direttive in materia estrattiva, curando il ripristino dei guasti paesaggistici. Ma proprio qui, nelle settimane scorse, l’architetto Gaetano Izzo, ex funzionario del Genio Civile, ha descritto in una intervista esplosiva il malaffare delle cave. E’ stata prassi per anni che il genio Civile, alle cave abusivamente coltivate, ordinasse il ripristino ambientale. Le cave a chiacchiere si adeguavano, continuando a scavare col pretesto di aggiustare. Nuovo fermo e nuova ordinanza di ripristino. E così via facendo all’infinito. Con un particolare: la legge impedisce ai titolari delle cave abusive di effettuare il ripascimento, perché la sanzione immediata è la perdita per gli abusivi della “capacità” tecnica, requisito fondamentale per poter operare. Questo piccolo “particolare”, ha detto Izzo, soleva sfuggire al Genio Civile. Ecco perché le cave della Campania non hanno quasi mai un ripascimento paesaggistico, e sono gli orridi buchi che devastano il nostro paesaggio.
Un approfondimento su questo punto dovrebbero farlo tutti gli uffici preposti alla legalità. Compreso l’Assessorato all’Urbanistica di Salerno e l’Assessore Brigante, che sicuramente, crediamo, può beneficiare di tutti quei canali che possono fornirgli chiarimenti sul punto. A presto!