Ricorso respinto e conferma della sentenza della Corte d’Assise d’Appello per Giuseppe Passariello, assistito da Antonio De Martino e Immacolata Monti, difesa da Vincenzo Calabrese: al padre ergastolo, per la madre 24 anni di reclusione. Sono accusati del delitto della figlioletta Iolanda, la piccola di otto mesi uccisa soffocata nella sua casa di Sant’Egidio del Monte Albino a giugno del 2019. Nella requisitoria il procuratore generale del Palazzaccio Capitolino aveva chiesto il rigetto del ricorso. Per entrambi la contestazione era di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Lei avrebbe saputo e non aveva denunciato il marito violento se non dopo il delitto della bambina. Ad incastrare Passariello e Monti fu l’intercettazione ambientale. I loro dialoghi furono registrato dalla polizia di Nocera Inferiore, in commissariato, il giorno dopo la scoperta della morte di Jolanda. Quel dialogo, nel quale emergevano forti indizi di colpevolezza, era stato uno degli elementi di forza della procura che aveva ipotizza a carico dei genitori un soffocamento di cui sarebbe stata vittima la bimba, proprio attraverso l’uso di un cuscino. Per Imma Monti (ma anche per la Corte d’Assise d’Appello) fu suo marito a ridurre la figlia in quel modo, che non fu mai curata adeguatamente, se non con metodi rudimentali. La donna non avrebbe avuto la forza di ribellarsi al coniuge, che le avrebbe ingiunto dietro minaccia di non portare mai la figlia da un medico per le cure adeguate.
Una versione che non aveva convinto nè i giudici di primo grado, nè la Procura e nemmeno la Corte. Teatro della tragedia fu un’abitazione di due piani, in un cortile del centro storico di San Lorenzo, frazione di Sant’Egidio del Monte Albino. È qui che arrivò un’ambulanza del servizio 118, chiamata dalla madre della piccola. Venti minuti dopo Iolanda era al pronto soccorso dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. I sanitari ne avevano constatato immediatamente il decesso. Vano qualsiasi tentativo di rianimarla. Un medico aveva provato per circa mezz’ora a farle ripartire il cuoricino ma poi aveva dovuto arrendersi alla tragica realtà. I medici erano rimasti sbalorditi dalle condizioni in cui versava la bimba: il volto era gonfio come lo erano anche le palpebre. Sul collo c’erano ecchimosi risalenti a giorni prima, mentre altre più recenti erano al braccio destro e al dorso. Padre e madre furono convocati in commissariato a Nocera Inferiore: furono lasciati in sala d’attesa per diverso tempo. Qui avrebbero parlato di omicidio e del cuscino, come sarebbe emerso dalle intercettazioni ambientali. Ieri sera la conferma della sentenza con pena definitiva dopo il ricorso respinto dagli ermellini.