Sistemate le ultime caselle per i cosiddetti posti di rincalzo, rimangono ancora vuote le cariche di Presidente del Consiglio e di assessore al bilancio, per cui i famosi venti giorni, dichiarati da Servalli, per la composizione e, successiva, convocazione del primo Consiglio comunale, lo scorso 26 settembre, sono già andati in fumo, e la forzata assenza di un dirigente amministrativo non può giustificare il primo sostanziale ritardo del riconfermato primo cittadino. Le novità non si sono fatte attendere ed alcuni siluramenti, anche nella formazione dello staff, testimoniano delle difficoltà a gestire la pletora di candidati ( ricordiamo, ben 170… ndr), e, soprattutto coloro che hanno contribuito e non poco alla sua rielezione. Pausa di riflessione concordata con lo stesso Servalli per Tito Mondany, autentico braccio destro del primo cittadino. “tutto tranquillo assicura Tito, vedremo più in là. Per il momento mi godo un meritato riposo”. Escluso, Nunzio Siani, candidato nelle fila del PSI, curatore, nel periodo di nomina, degli eventi, non intralciando il compito dell’addetto stampa, Annalaura Ferrara, che nonostante si sia, candidata nelle fila del PD alle ultime consultazioni, e ricevendo una messe di voti che le consentivano di far parte del consesso, ha abdicato, tradendo in tal modo le centinaia di elettori che avevano riposto nelle sue capacità molte speranze. Il neofita, come parte attiva in una maggioranza amministrativa, diventa Massimiliano Di Matteo, già amministratore comunale (di opposizione ndr) e primo dei non eletti a consigliere con Unione Popolare, chiamato a collaborare in una attività di supporto in materia di sport, con un contratto a tempo parziale al 50% ( non in contrasto con la consulenza che ha in essere con l’Ausino), determinando in tal modo l’impossibilità di riconferma di Eugenio Canora, che sul finire del quinquennio della prima gestione Servalli, aveva ottenuto la delega allo sport. Per Giuseppe Aliotti, ex capo dello staff, e da sempre a dar manforte al Sindaco, viene concesso il bis, mentre si rincorrono voci di continui malumori proprio nel Partito Democratico, dove gli scontenti aumentano ogni qual volta il primo cittadino passa al “redde rationem” per complimentarsi, non a voce, con chi gli ha offerto questa seconda opportunità.
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