Nel governo dei tic anche le amnesie di Valditara - Le Cronache
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Nel governo dei tic anche le amnesie di Valditara

Nel governo dei tic anche le amnesie di Valditara

di Aldo Primicerio
Inopportuno a scuola l’uso di cellulari e tablet anche per scopi didattici. Ma non lo è l’uso del personal computer! Nelle scuole dell’infanzia e alle medie, ma non alle elementari! E’ questa una delle nuove linee guida nelle scuole per il prossimo anno scolastico. Lasciamo perdere la schizofrenia di queste distinzioni, che dovremmo farci spiegare da uno strizzacervelli. Ma Valditara non è lo stesso ministro dell’Istruzione che pochi mesi fa, a dicembre, emanò il decreto 22/2023? Con il quale affermava con enfasi che la transizione digitale nella didattica della scuola italiana 4.0 doveva prevedere la formazione di 650mila operatori scolastici? Per la quale sempre lo stesso ministro ha investito 450 mln. di euro?
La schizofrenia del Ministero. Che prima punta sulle tecnologie digitali, e poi fa marcia indietro
Insomma, che succede? E’ una marcia indietro, suggestionata forse da un’Olanda che ha vietato i tablet nelle scuole? O è una (misteriosa) manovra in vista delle europee? E cosa spiegare ora alla gente dopo che, sempre Valditara ed il governo Meloni, hanno fatto arrivare nelle scuole tablet, carrelli per ricaricarli, attrezzature e dispositivi digitali, attrezzature didattiche integrate con la tecnologia, App, software, contenuti digitali e tanto altro ancora? Insomma, cosa diavolo è cambiato in un solo anno? Se è vero che il 14 gennaio 2023 sempre dal ministero di Viale Trastevere (in una Faq, una domanda virtuale) si dichiarava testualmente che “con l’azione 1 della linea di investimento “Scuola 4.0” si prevede, infatti, la trasformazione degli spazi scolastici utilizzati per le lezioni curricolari nelle classi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado in ambienti di apprendimento innovativi, adattabili e flessibili, connessi e integrati con tecnologie digitali, fisiche e virtuali, dotandoli di tutte le tecnologie didattiche più innovative (dispositivi di programmazione e robotica, dispositivi di realtà virtuale, dispositivi digitali avanzati per l’istruzione inclusiva, etc.)” ?
L’uso di smartphone e tablet. E’ mai possibile che diventa un elemento di tensione nel rapporto tra studenti e docenti?
Ci sarebbero tanti altri quesiti inspiegabili su questo fenomeno connotato da autentica paranoia. Ce li risparmiamo. Ma uno ancora va aggiunto. Il pericolo di tensione, fino a quello di aggressione, nel rapporto tra studenti e docenti se si usa tablet. E’ una delle ragioni di questo divieto, come spiega Il Foglio (giornale notoriamente vicino al governo). E noi gli siamo grati. Perché senza non avremmo potuto vivere, avremmo brancolato nel buio della nostra mente! Ma ci restano ancora tanti dubbi. Può illuminarci il ministro sulla distinzione fra tablet (vietato) e personal computer (non vietato)? Lui sa distinguere tra un tablet ed un Pc? E può accenderci una luce anche su come una notizia sulla rete può scatenare l’ira aggressiva di un bambino di 10-12 anni? Insomma, dopo questa cacciata dovremmo pensare ad una scuola senza Internet? Sarà forse un privilegio riservato ai docenti? O dovremo tornare alla lavagna d’ardesia da far stridire con il gessetto, a carta penna e matita? Ripensandoci su, con i nostri anni un pò di nostalgia è vero ci prende dei tempi andati.
Il Meloni un governo di tic, di rinnegazioni, di marce indietro: Salvini, Nordio, Schillaci, Lollobrigida, Valditara
A pensarci bene, quello della Meloni è un governo pieno di gente che ha dei tic isterici. Lei, la Giorgia, è una donna in gamba, brillante, politico esperto, anche se a volte con una retorica fatta di troppe parole. Ma molti suoi ministri, lo abbiamo già scritto tante volte, lasciano assai a desiderare.
Salvini ad esempio, ministro delle Infrastrutture. Nei Cinque Minuti di Vespa ha sbagliato sulle pensioni, sui benefici del cuneo fiscale, sui soldi alla sanità dove non è vero che i soldi servono solo a tagliare le liste d’attesa. E qui ha sbagliato anche Vespa nel non ribattere. Ma lo sbaglio di fondo è quel Cinque Minuti. Dove l’ospite, e lo stesso giornalista, non fanno neanche in tempo a respirare. E speriamo che Salvini non lo si faccia sbagliare anche sullo Stretto. D’altronde, come si spiegherebbe il crollo della Lega, dal 17 per cento dei consensi del 2018 all’8 per cento di oggi? Caro Matteo, quando le cose non le sai, evita di parlarne.
Poi Nordio. Le sue rinnegazioni diventeranno storia. Prima le carriere separate dei magistrati ed il no ai passaggi da inquirente (Pm) a giudicente (giudice). Nordio non si è mai letto i dati Istat-Csm? I magistrati che chiedono il passaggio di carriera sono meno dell’11%. Poi la richiesta, di recente approvata al Senato, di cancellazione dell’abuso d’ufficio. Molti sindaci staranno ballando tarantelle di gioia. Per lui – che da Pm ne ha rilevati, inquisiti e fatti condannare tanti – una specie di ritorsione nei confronti della sua carriera, che pure fu brillante. E poi le restrizioni sulle intercettazioni, al fine di rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento. Ed ancora il divieto di rilascio di copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione. E poi ancora la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni del difensore, estendendo il divieto di acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria anche ad ogni altra forma di comunicazione, diversa dalla corrispondenza, intercorsa tra l’imputato ed il proprio difensore, salvo alcune eccezioni. E qui sembra quasi una vendetta di Nordio contro i suoi ex-colleghi. Che pena!
Nessun conflitto d’interesse o coinvolgimento professionale di chi fa il ministro. Massima terzietà e distanza, invece
E qui dobbiamo ribadire una nostra personale convinzione. Nessun magistrato o avvocato mai ministro della Giustizia. Nessun medico mai ministro della Salute. Nessun docente mai ministro dell’Istruzione. Nessun ingegnere o architetto mai ministro delle Infrastrutture. La storia è piena di gente che ha voluto ripetere se stessa nei governi. Ne scriveremo in un’altra occasione. Troppi conflitti d’interesse, troppo coinvolgimento professionale in un’attività come quella di un ministro, che richiede invece il massimo distacco, la massima distanza, l’assoluta terzietà rispetto a quello che si deve decidere e firmare. Nordio, quindi, bocciato alla Giustizia. Bocciato non come persona, capiamoci bene, ma perché psicologicamente inadeguato per una eccessiva compliance alla tipologia del dicastero.. Come bocciati sono il medico Schillaci alla Salute, ed il professor Valditara all’Istruzione. Ma anche Lollobrigida all’Agricoltura. A proposito, ma che diavolo significa Sovranità Alimentare? I più attruiscono a questo termine un significato positivo, cioè di democrazia del cibo, di diritto ad alimenti sani, di lotta alla fame. E qui ci siamo. Ma Lollobrigida legge i numeri sui danni degli allevamenti intensivi all’aria ed al clima del pianeta? Comprende l’importanza di mangiare meno carne, avvelenare di meno il mondo, uccidere meno animali? E poi perché ha deciso di vietare – unico Paese nel mondo – la ricerca degli scienziati sulla carne coltivata? Sa quale è la differenza tra carne coltivata e carne artificiale? Sa perché c’è la fame nel mondo? E quindi qui un altro, l’ennesimo tic del governo Meloni, con il passo indietro ed il ritiro del ddl sul no alla carne coltivata, perché illegale, incostituzionale ed antieuropeo.
Pertanto, cara premier, prendi meglio in mano la situazione. E, se e quando necessario, manda a casa chi tra i tuoi non è all’altezza.