Andrea Pellegrino
Il 6 luglio 1973 il Consiglio comunale di Salerno si riunisce per il porto turistico. Sindaco Gaspare Russo, consiglieri comunali del calibro di Alfonso Menna, Bruno Ravera, Alberto Clarizia, Walter Mobilio, Gaetano Di Marino, Nino Colucci. Sul tavolo c’è lo sviluppo del porto turistico. Insomma, l’origine di quel fronte mare che non c’è mai più stato. L’intuizione di allora prevedeva l’allargamento del porto turistico, con annessa viabilità e parcheggi. Il risultato di oggi è l’ingresso di Salerno completamente in ostaggio del porto commerciale e del viavai di mezzi pesanti. Forse, quest’ultimo, è uno dei problemi più rilevanti della città di Salerno che si interseca con quello della viabilità in ingresso, ora all’ordine del giorno del dibattito politico. Il 25 giugno 1986 arriva anche la proposta operativa. È firmata dal cavaliere Giuseppe Amato, che annuncia la costituzione della società “New Port Masuccio Salernitano Spa”. Ma da allora ad oggi il porto turistico è un semplice approdo. Così capita – nella Salerno città turistica – che i camion invadano l’ingresso della città e le navi mercantili il mare ai confini con la Costiera Amalfitana e che il porto turistico sia realizzato lungo la costa sud, dove al momento non c’è altro che una via, uno stadio e tanto degrado. Con l’aggiunta che il Marina d’Arechi resta inspiegabilmente un fortino inespugnabile, dove non a tutti è permesso entrare.