di Arturo Calabrese
Corrado Naddeo è il candidato del maggioritario alla Camera del Terzo Polo nel collegio che comprende la città di Salerno. Il centro della sua programmazione politica è molto imperniato sul capoluogo, frutto anche del lungo impegno in Comune nella veste di consigliere.
Dottor Naddeo, è cominciata una nuova campagna elettorale in rappresentanza di Azione…
“Insieme ai colleghi Antonio D’Alessio e Leonardo Gallo, formammo il primo e più importante gruppo politico di Azione quando il partito nasceva. Pian piano la realtà si diffuse in tutta Italia, ma all’epoca siamo stati dei temerari che hanno deciso di portare avanti un progetto forte, serio e concreto. Quell’impegno è stato premiato ed oggi siamo chiamati a rappresentare una vera alternativa alle destre e alle sinistre. Siamo candidati con nomi e cognomi, con un volto, con idee, ma soprattutto con tanta vicinanza ai territori”.
A tal proposito, i candidati del Terzo Polo sono nomi che rappresentano il territorio dell’afferente collegio. Anche questa è una strategia politica?
“Più che strategia politica è una visione diversa di fare o di vedere la politica, che io ho sempre ritenuto un qualcosa di serio. I nomi calati dall’alto da altre coalizioni sono l’esito di accordi dei piani alti, quasi uno “scambio di voti”. Noi invece abbiamo dato voce ai territori e tutti i nostri candidati lo sono. Sono candidati figli del Paese reale e vicini ai problemi del popolo. Ogni collegio, sia alla Camera che al Senato, è molto ben rappresentato, così a Salerno e provincia, così nel resto della regione Campania. È stato un lavoro preciso quello di mettere a punto tali liste, con lo scopo di avere quella rappresentanza di cui i territori hanno bisogno. Io, di Salerno, posso portare in parlamento i problemi e le emergenza di Salerno. Il collega sannita quelli di Benevento e via dicendo. Abbiamo candidato le radici, le origini, le competenze di una classe dirigente nuova e capace.
Lei si candida a Salerno, la Sua città. Quali sono le emergenze?
“I piccoli centri soffrono lo spopolamento e Salerno soffre di un progressivo svuotamento. Poco differenza c’è, dunque, tra la provincia e la città. Perché accade questo? Perché i giovani vanno via? Perché la città non cresce dal punto di vista demografico? Queste sono domande a cui deve rispondere chi governa da anni in città e lo fa non in modo inclusivo. Addirittura credo che alcune decisioni vengano prese in luoghi lontano da Palazzo di Città, ma questa è un’altra storia. Se la nostra città conta 30mila abitanti in meno, vuol dire che non è attrattiva né inclusiva e quindi c’è da capire perché si continua a costruire. I soldi che girano in Campania diventano palazzi a venti o a trenta piani a Salerno. Palazzi inabitati. E ancora vediamo le colline di Giovi o di Sala Abbagnano dove è presente un carico di cemento armato assolutamente impressionante. I quartieri alti non sono adeguatamente collegati e adesso si pagano questi problemi. Oggi Salerno galleggia grazie alla sua posizione geografica tra la costiera amalfitana e quella cilentana, grazie ai collegamenti su ferro, grazie ad un grande porto commerciale. Queste, però, non sono eccellenze arrivate negli ultimi venti anni, come qualcuno dice, ma eredità di un glorioso passato. Allora, il verde e l’ambiente erano rispettati, ma oggi non è più così. Le stragi di platani sono sotto gli occhi di tutti, l’igiene urbana non è delle migliori, seppur ultimamente ci sia un leggero miglioramento. Spendere un milione di euro per i bagni pubblici ed è una follia”.
Lei è molto critico con le Luci d’Artista…
“Ne ho ben donde: avremo un autunno difficile per le limitazioni dovute al caro energia. Se ciò che si prospetta dovesse concretizzarsi, molte attività dovranno chiudere anticipatamente, si dovranno tagliare gli sprechi e ridurre i consumi. A ciò si può aggiungere anche la recrudescenza delle infezioni influenzali e quindi un ritorno del Covid, seppur non si raggiungeranno mai i numeri tragici degli anni scorsi. Riproporre l’evento natalizio dedicato alle Luci, sic et simpliciter, è totalmente errato. I soldi che abbiamo a disposizione possono essere spesi diversamente: anziché chilometri di luci e di spreco, si potrebbero allestire installazioni in determinati luoghi o creare i presupposti che portino il turista a fermarsi a Salerno per più tempo, evitando il cosiddetto turismo “mordi e fuggi”. Inutile allestire, ancora una volta, il solito albero nella solita piazza perché è una cosa trita e ritrita. Si potrebbe sfruttare Piazza della Libertà, creando un luogo decentrato, quindi si eviterebbe il traffico, e si darebbe un nuovo volto ad un evento che di nuovo non ha più nulla”.
Quindi, quali le soluzioni?
“Investimenti. La cosa pubblica deve investire sul territorio, ma ovviamente deve farlo bene. Inutile spendere fondi perché devono essere spesi, ma è utile spendere i soldi in maniera consapevole e con lo sguardo rivolto al domani. Così si costruisce il futuro”.