di Erika Noschese
Porto, aeroporto e società partecipate: sono queste le priorità che il movimento civico Insieme per Salerno, guidato dall’avvocato Salvatore Memoli, ha presentato al candidato sindaco Michele Sarno. Un consenso che cresce sempre di più, per il legale salernitano che, in queste settimane, continua ad ottenere adesioni. L’ultima è proprio quella di Insieme per Salerno con Salvatore Memoli che, dopo aver annunciato la sua candidatura a sindaco, ha scelto di fare un passo indietro. “Ho creduto bene di riflettere perché ho la sensazione che si rifletta poco su questo momento elettorale e sulle amministrative a Salerno. Riflettere significa ricercare le soluzioni migliori e alla luce di questa mia riflessione ho ritenuto che la candidatura di Michele Sarno sia quella migliore per offrire professionalità, moralità, competenza, anche una vista che serve a questa città per riconoscersi attorno ad un uomo e ad una squadra che possono creare una svolta; abbiamo bisogno di un’ulteriore svolta a Salerno. Io penso che abbiamo bisogno di un’età e il quadro politico, in questo momento, non dà segnali – ha dichiarato Memoli – Sembra molto disarticolato, si parte di Michele Sarno perché ha tutti i numeri; è stato un mio allievo al liceo e un mio allievo nella formazione politica: non voglio far torto alla sua grande cultura politica e alla sua testimonianza ma Michele nasce nei nostri incontri di formazione sul pensiero democristiano, inteso come europeista, che allarga i suoi confini. Noi a Salerno siamo ancora fermi alla lotta di classe: lo schieramento con Michele apre, noi presumiamo – con Insieme per Salerno e Giovanni Basso – di raccogliere l’eredità democristiana e di consegnarla a Michele che ha le mani degne, la mente ben desta per poter testimoniare, a Salerno, questi valori che appartengono a parecchie persone e noi le vogliamo raccogliere”. Capolista sarà Giovanni Basso che, ieri mattina presso il bar Moka, ha presentato la sua candidatura. Insieme per Salerno ha ribadito la posizione della lista nel testimoniare i valori della Democrazia Cristiana, ricordando “la scelta interclassista come superamento di visioni parziali e lacunose di una politica lobbista”. Giovanni Basso e Salvatore Memoli hanno poi precisato di non aver chiesto poltrone ma collaborazione per cambiare la storia amministrativa della città di Salerno. “Ogni progetto si candida alla costruzione, nella vita esistono costruttori e distruttori. Io ritengo che i distruttori non lasceranno mai il segno di sé mentre i costruttori sono quelli che, con grande umiltà e attenzione, cercano di mettere insieme una serie di pezzi, non sulla base della convenienza ma della bontà delle idee. Io sono orgoglioso, al netto di un discorso politico, perché si riannoda una storia personale: io sono stato un allievo di Salvatore Memoli e abbiamo trovato in lui un’espressione di moralità e onestà intellettuale che ci ha ispirato negli anni”, ha dichiarato il candidato sindaco, l’avvocato Michele Sarno. “Se oggi siamo qui dobbiamo dire grazie a questi maestri che ci hanno accompagnato nel nostro percorso ed è bellissimo, entusiasmante – ha poi aggiunto – Sono persone che hanno rappresentato delle eccellenze nella nostra città e, nel momento in cui non hanno detto sì signore al potente di turno, sono stati visti come nemici. Io non vedo nemici: il dialogo, il contradditorio, voglio essere messo in discussione se serve. Io credo ci siano due momenti: la compattezza è nel consenso dei cittadini, in città si respira quest’aria, stavo venendo qui perché la gente mi ferma perché crede in una proposta alternativa seria: per la prima volta in questa città si parla di alternativa, si discute, si apre un contraddittorio rispetto ad una narrazione unilaterale e che i cittadini salernitani non riconoscono più”. Per il movimento civico le priorità devono essere porto, aeroporto e società partecipate “per garantire i livelli occupazionali e gestirli con una visione moderna e manageriale, aiutando i lavoratori ad uscire dalla schiavitù di un’adesione ad un modello clientelare che non promuove il diritto al lavoro e l’espressione libera di una testimonianza di un progresso di idee e rinnovamento dei processi lavorativi” perché, ha aggiunto Memoli, “Salerno merita una svolta di contenuti e di presenza amministrativa che riporti in auge la città”.