Movida violenta, aggressori sempre più giovani e motivi sempre più futili - Le Cronache
Extra

Movida violenta, aggressori sempre più giovani e motivi sempre più futili

Movida violenta, aggressori sempre più giovani e motivi sempre più futili

Aggressori sempre più giovani, motivi sempre più futili. Mentre è in dirittura d’arrivo il provvedimento di sospensione dell’attività per il Fabula, il locale scenario dell’aggressione a tre agenti della polizia municipale ad opera di alcuni avventori e, da quanto si apprende da fonti investigative, su input del gestore stesso, il questore di Salerno, Antonio De Iesu fa il punto sulla situazione della cosiddetta “Movida violenta”, un fenomeno che sta avvolgendo in maniera preoccupante la città di Salerno dopo gli ultimi episodi del Fabula e l’ennesimo accoltellamento fuori la discoteca Dolce Vita.
«La cosa che mi fa inorridire – ha affermato il capo della polizia di Salerno – è la sempre maggiore banalità dei motivi e la sempre più giovane età dei protagonisti delle risse e delle aggressioni. Sono minorenni e sono aggressivi, sono feroci, sono dei veri e propri malviventi in erba. Mi vengono in mente gli episodi di Fracella (l’accoltellatore di piazza della Concordia, ndr) e della rissa al bar Velia, dove due adolescenti furono malmenanti da un energumeno solo per averlo guardato».
Una situazione difficilmente gestibile anche per le forze dell’ordine che, comunque, stanno profondendo grandissimo impegno: «La polizia insieme ai carabinieri – prosegue De Iesu – sta facendo il possibile, ma in questo dobbiamo essere supportati anche dai gestori dei locali che devono investire maggiormente in sicurezza. Non possiamo certamente sapere quanti giovani si recano in discoteca armati di coltello, sintomo quest’ultimo anche di una crescente insicurezza tra i ragazzi durante le sere della movida dove ci sono persone di tutte le specie ed estrazione sociale. Noi ci siamo, facciamo la nostra parte, ma abbiamo bisogno anche di aiuto da parte di chi gestisce i locali e dai ragazzi stessi. Su di loro bisogna fare una grande opera di sensibilizzazione» – conclude il questore De Iesu.
Marta Naddei