Morto Giacomino Losi: Core de’ Rona allenò anche la Salernitana - Le Cronache
Salernitana

Morto Giacomino Losi: Core de’ Rona allenò anche la Salernitana

Morto Giacomino Losi: Core de’ Rona allenò anche la Salernitana

La Roma perde una leggenda. A 88 anni si è spento Giacomo Losi, storico capitano, per lungo tempo quello con più presenze, superato successivamente solo da Francesco Totti e Daniele De Rossi.
Fu anche allenatore della Salernitana nella stagione 74/75 dove subentrò, nel novembre del 74, a Errore Recagni.L’anno prima aveva allenato il Lecce dove aveva sfiorato la promozione. Quella Salernitana si classificò al sesto posto. dopo la nona di andata con lo 0-0 interno contro la Nocerina, si assiste da un lato all’esonero del tecnico Ettore Recagni sostituito da Giacomo Losi, detto core de Roma, e contemporaneamente all’ingresso di due nuovi soci nel sodalizio per ottenere benefici sul piano finanziario: si tratta di Giovanni Benvenuto e Cesare Trucillo, i quali affiancano Vessa alla guida della società.Era la Salernitana dei salrnitani Fulvio De Maio, Marcello Giannatiempo, Federico Marchi, Carmine Gentile, Antonio Capone.
Tra le curiosità, con il cambio di allenatore la squadra ottiene 12 risultati utili in 13 partite che le consentono un considerevole salto di posizioni, permettendo ai granata di uscire dalla zona pericolosa della classifica; inoltre a causa di vari stipendi arretrati non retribuiti per i soliti guai finanziari della stagione 1974-75, durante la trasferta di Reggio Calabria è la formazione giovanile a raggiungere inizialmente lo stadio ospite (undicesima giornata di ritorno, gara persa per 3-1) poiché i giocatori della squadra maggiore rifiutano in un primo momento di scendere in campo, per far poi rientrare la polemica e concludere il campionato verso una tranquilla sesta posizione.
Protagonista di una Roma che non otteneva grandi risultati, ma comunque ricordata per la gagliardia di alcuni dei suoi protagonisti. E la lotta non faceva certo difetto a Giacomo Losi. “Core de Roma”, nonostante fosse nato a Soncino, in provincia di Cremona.La Roma dei ‘poveri ma belli’ che si beava di giocatori dal grande passato che si facevano accarezzare dalla dolce vita romana. Uno era Alcides Ghiggia, quello che aveva zittito il Maracanà nel mondiale del 1950 con il famoso gol dell’Uruguay al Brasile: a Roma ci stava bene visto che ci giocò più di duecento partite. L’altro era Juan Alberto Schiaffino, per molti uno dei primi dieci di ogni tempo che però il meglio lo aveva già dato al Milan. Ma era anche la Roma che aveva finito i quattrini, quella della colletta al Sistina per racimolare qualcosa. Toccò proprio a lui raccogliere i soldi – pochi, che per fortuna almeno vennero destinati ai veri bisognosi – girando in platea. Leader sempre e comunque, anche nei momenti peggiori: per sedici anni, quasi tutti da capitano.L’anno è all’alba e all’Olimpico arriva la Sampdoria. Si fa male Guarnacci, poi Losi si lacera l’inguine: la possibilità di effettuare sostituzioni ancora non è prevista, è uno di quei casi in cui si resta in campo per onor di firma. Una altalena di emozioni: la Roma va avanti, poi sotto, poi pareggia. Poi Losi: uno stacco imperioso, innaturale in quelle situazioni fisiche impossibili. Il gol della vittoria, e quando la palla entrò in rete, lui diventò per l’eternità ‘Core de Roma’.