Morte al Ruggi, 25 gli indagati - Le Cronache
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Morte al Ruggi, 25 gli indagati

Morte al Ruggi, 25 gli indagati

Sono 25 i dipendenti del Ruggi iscritti nel registro degli indagati per la morte di Umberto Schettino, il parrucchiere dei Vip. Il 48enne di Castellammare è spirato giovedì scorso

nella struttura sanitaria di via San Leonardo dove era ricoverato. Il sostituto procuratore Roberto Penna, titolare delle indagini, ha iscritto sul registro degli indagati 25 tra medici e personale sanitario della struttura sanitaria. In pratica l’avviso di garanzia è stato notificato a tutti coloro che hanno avuto contatti con il paziente durante la sua degenza, ma anche il suo medico curante. A presentare denuncia è stata la moglie Caterina Iezza che vuole capire cosa sia realmente accaduto al marito da novembre al 10 gennaio, giorno della morte. Sarà l’autopsia, disposta dal magistrato, e che sarà effettuata tra oggi e domani, a chiarire le cause dei decesso e individuare eventuali responsabilità. Nel verbale denuncia la donna ha raccontato, nei dettagli, cosa è avvenuto dallo scorso mese di novembre quando il marito si rivolse all’ospedale di Salerno (su parere del medico curante) per una presunta malattia cardiaca fino al decesso. Umberto Schettino durante un primo accesso al Pronto Soccorso era stato sottoposto ad accertamenti, come riferito dalla moglie, e dopo avergli prescritto la cura fu dimesso. Durante la cura però l’uomo sentiva peggiorate le sue condizioni di salute, tanto da recarsi in una clinica privata di Pompei dove  avrebbe svolto ulteriori esami. Ritornato al Pronto soccorso del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, Schettino fu trasferito presso la Cardiologia dello stesso nosocomio e fu ricoverato per una settimana. Una volta dimesso, il parrucchiere stabiese sarebbe dovuto ritornare al Ruggi per un nuovo controllo pochi giorni dopo. Tra sabato e domenica scorsa le sue condizioni si sono aggravate e il sui medico curante gli avrebbe consigliato un nuovo ricovero a Salerno. Dopo una prima cura antibiotica, fu sottoposto all’aspirazione del liquido dai polmoni ma nella stessa notte si aggravò e fu disposta una Tac al torace con esame batteriologico. Fu poi trasferito nel reparto malattie infettive per ulteriori cure. Questo fino al 10 gennaio quando fu ri- scontrata la presenza di liquidi ai lati dei due polmoni. Cosi il giorno dopo, giovedì scorso, fu effettuato l’aspirazione del liquido ma dopo una ventina di minuti Umberto Schettino non ce l’ha fatta ed è morto. Dall’esame autoptico sarà possibile stabilire le reali cause del de- cesso ed eventuali responsabilità da parte di coloro che lo hanno avuto in cura, compreso il medico curante. Quasi certamente in sala autoptica, oltre al medico legale nominato dalla procura saranno presenti anche i periti di parte nominati dai sanitari.