Montecorice, la vendetta di Angelo Vassallo - Le Cronache Ultimora
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Montecorice, la vendetta di Angelo Vassallo

Montecorice, la vendetta di Angelo Vassallo

Antonio Manzo

Riecco Montecorice. Dove la legalità è ondivaga. Come il suo mare del Cilento. Montecorice torna a fare notizia nel giorno della vendetta postuma di Angelo Vassallo :è saltato il piano urbanistico che avrebbe dovuto cementificare San Nicola a Mare, l’ultimo lembo di spiaggia del comune. Non si farà più l’investimento che di un noto imprenditore nolano che risiede ad Acciaroli. È lì che vive l’imprenditore con villa e yacht. 119 villette su 60 mila metri quadrati di spiaggia. Era il piano che avrebbe dovuto discutere Angelo Vassallo nell’estate 2010, pochi mesi prima he l’ammazzassero. Una riunione che Vassallo rifiutò. Non andò neppure fisicamente a Vallo della Lucania dove erano schierati politici e tecnici convocati dall’imprenditore. Questa circostanza venne fuori, in una nostra inchiesta, nelle settimane successive all’omicidio e non si sa se sia stata verificata, in questi lunghi e infruttuosi 15 anni di indagine. tra le possibili causali dell’omicidio. Angelo Vassallo ora può dire di aver vinto, perché aveva visto bene. Avrebbe dovuto discutere del nuovo cemento in un comune dove vigeva un piano di fabbricazione del 1963, pensate un pò. Ben 42 anni fa, ma era lo strumento urbanistico che poteva essere utile all’imprenditore nolano se l’ex sindaco Pierpaolo Piccirilli non avesse vinto la sua battaglia con un nuovo piano urbanistico comunale “sacramentato” da ben due sentenze, del Tar di Salerno e del Consiglio di Stato. Ma d’altronde quel piano del 1963 aveva consentito speculazioni edilizie e rendite immobiliari a piccoli imprenditori del luogo e, perfino, all’ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino. Qui la Legge a Montecorice ha avuto sempre una doppia mandata: applicata per gli amici e decretata per i nemici. Due facce: il no deciso al noto imprenditore ma anche il ritardo decennale per i lavori al porto di Montecorice iniziati dieci anni fa, ad agosto 2015, con notevoli fondi europei finanziati dalla Regione Campania. La cementificazione di San Nicola a Mare avrebbe fruttato 30-40 miliardi di vecchie lire, non uno scherzo per il raffinato imprenditore nolano. Ma l’altra storia incredibile di Montecorice è anche contenuta nel fermo dei lavori al porto da due anni perché l’impianto di erogazione del carburante non ha rispettato le distanze previste dalla legge. Cioè, i serbatoi del carburante non rispettano la distanza di legge. I lavori sono stati realizzati su una proprietà privata donata al Comune dalla famiglia paganese di Alessandro e Adriana Belpedio. Un atto municifo di grande spessore prima accolto dal Comune e poi parzialmente non rispettato da parte dell’amministrazione e ancora oggi non è stato definito nonostante l’attuale sindaco richiesto per definire la cessione munifica ereditata dal suo predecessore. Ma Montecorice è anche il paese che registrò poco prima del delitto Vassallo l’aggressione criminale ad un oppositore politico che aveva avuto il coraggio di denunciare la mala gestione dell’allora sindaco Flavio Meola ora di nuovo in sella. Fu nella puntata di Presa Diretta (gennaio 2001) che Riccardo Iacona raccontò l’omicidio di Angelo Vassallo e fu tirato in ballo l’imprenditore di Montecorice Gerardo Lembo. Nell’inchiesta di Iacona furono mostrate varie costruzioni non ultimate, che deturpavano il paesaggio di Montecorice, soprattutto la cosiddetta “lottizzazione del Melaro”, nata su terreni di Gerardo Lembo. Nel filmato, Francesco Malzone, ex presidente di Alleanza Nazionale di Montecorice, dichiarò di aver rilasciato un’intervista in cui criticava l’operazione “Melaro”, in seguito alla quale subì per il suo coraggio civile delle forti pressioni. Infatti, Malzone, fu preso e portato fuori casa da Giuseppe Damiani e il figlio Bruno, il brasiliano poi sospettato di essere l’assassino del sindaco poi scagionato con l’archiviazione sul caso. I Damiani, padre e figlio, si vestirono da giustizieri per Malzone che, nel pieno della notte, fu infilato in macchina e portato via, oltre ad essere minacciato di morte e picchiato selvaggiamente. Malzone riferì le violenze che aveva subìto fatte in presenza del vicesindaco di Montecorice insieme a Gerardo Lembo, “Il costruttore, disse Malzone, si godeva del fatto che mi stavano castigando”. Nel servizio, Iacona disse: “Erano le lottizzazioni del Melaro che interessavano a Gerardo Lembo e al vicesindaco Maurizio Margarucci, altro che gratta e vinci per il quale era stato denunciato ed arrestato Giuseppe Damiani”. A prender voce, nel servizio di Iacona, fu anche Giuseppe Tarallo, ex presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, oltre ad essere stato sindaco del comune di Montecorice, il quale aveva dichiarato a riguardo del progetto di lottizzazione di san Nicola a Mare ora saltato: “C’è un piccolo gruppo di affari che decide le cose da comprare e vendere e poi cura l’approvazione fino alla fine […]”. Tarallo e Vassallo si opposero all’ insediamento di cemento ora finito solo nei ricordi dell’imprenditore. Per il sequestro e l’aggressione a Malzone, Giuseppe Damiani e il figlio furono assolti dal giudice di Vallo della Lucania ma Malzone in Cassazione ebbe ragione con l’annullamento della sentenza di assoluzione e il rinvio alla Corte di Appello di Napoli. Intanto a Montecorice si festeggiano come “ Custodi del mare”, proprio in queste ore con un nuovo appuntamento dedicato alla cucina e all’identità marinaresca cilentana. Vogliono tutelare la valorizzazione del pescato locali. Stasera, al Porto di Agnone-San Nicola con i lavori fermi da dieci anni celebrano il mare con lo show-coking dello chef Mirko Balzano nominato miglior chef emergente del Sud dal Touring Club nel 2013, ha lavorato al fianco di maestri della gastronomia italiana come Marianna Vitale e Alfio Ghezzi. Non poteva mancare, nel paese dove è stato miracolosamente evitato lo scempio urbanistico di San Nicola a Mare, una lezione di filosofia culinaria, come è di moda di questi tempi, dopo le performance curate dallo chef Roberto Viterale . Anche in questo caso, sempre al Porto di Agnone San Nicola, c’è il laboratorio formativo-gastronomico a cura di Legambiente Campania dal titolo “Il mare nel piatto – scopriamo il pescato locale”. Ieri sera il Gran finale quando il lungomare di via Marina Nuova si è trasformato in una grande vetrina del gusto con una serata gastronomica diffusa a cura dei ristoratori locali, che ha fatto da cornice al concerto di Raphael Gualazzi. L’evento è stato organizzato dal Comune di Montecorice in collaborazione con l’associazione culturale Chienajazz. Il progetto è stato reaizzato dalla Cyclopes srl e finanziato dalla Regione Campania e dall’immancabile partecipazione della BCC Banca Magna Grecia, Invitalia e Legambiente Campania. C’è né per tutti i gusti per i Custodi del Mare. Dal pesce al danaro, meglio quello offerto dai pescatori e pagato dai banchieri molto attenti al territorio.