Monte di Eboli: forse qualcuno dovrà pagare i danni ai salernitani - Le Cronache
Ultimora

Monte di Eboli: forse qualcuno dovrà pagare i danni ai salernitani

Monte di Eboli: forse qualcuno dovrà pagare i danni ai salernitani

di Michelangelo Russo
Gli articoli di Malangone su queste colonne da tempo stanno richiamando l’attenzione dei salernitani sulla dissipazione del patrimonio cittadino che, per ora, è gravato da un debito di 170 milioni di euro. Debito che poteva essere alleggerito non di poco dal ricavato del grande parco fotovoltaico di Eboli, sui terreni dell’ex azienda Baratta finita, immeritatamente per il nostro Comune, nel suo patrimonio immobiliare. Malangone ha elencato, con certosina pazienza da bravo commercialista, le follie contrattuali delle varie amministrazioni cittadine negli ultimi 14 anni. Leggete, se vi pare, gli articoli di Malangone dei giorni passati, che hanno trattato e penserete forse che gli Amministratori Comunali che nel tempo hanno curato la contrattualistica tra l’azienda che ha installato i pannelli fotovoltaici e il Comune ricordano un po’ Vittorio De Sica che in L’Oro di Napoli gioca a carte con il bambino. De Sica, marchese napoletano, è stato interdetto dal giudice per prodigalità poiché si è venduto tutto il patrimonio per quattro soldi, per pagare i debiti di gioco. E continua a giocare, perdendo con il bambino pure un patrimonio immaginario per una sola mano di scopa. Il Comune di Salerno è proprio come Vittorio De Sica: perde, nel contratto che stipula con la società dei pannelli solari, praticamente il giorno dopo. Infatti, la ditta, appena un anno dopo, viene venduta a una società che ha sede in un paradiso fiscale. Il guadagno, per il venditore, è di ben 18 milioni di euro, perché l’impianto è costato al venditore solo 72 milioni di euro. E il Comune, cioè noi salernitani, non abbiamo visto un euro. E il venditore, e l’acquirente poi, non hanno nemmeno onorato il contratto stipulato con il Comune.
Questo contratto prevedeva che la ditta installatrice dei pannelli avrebbe erogato al Comune il corrispondente della spesa annuale per il funzionamento dell’illuminazione delle strade di Salerno e delle natalizie Luci d’Artista. Non solo! La ditta dei pannelli avrebbe provveduto alla ristrutturazione dell’intero complesso edilizio di Villa Baratta, un imponente complesso che è un capolavoro di archeologia rurale, con tanto di chiesa e scuderie. Ne sarebbe nato un centro di studi. Ed effettivamente la ditta dei pannelli presenta un progetto al Comune di Eboli in tal senso (per quanto ne sappiamo di questo progetto). Ma il progetto viene bocciato, e siamo curiosi di sapere perché! Ora, quando in un contratto l’obbligo all’adempimento si vede bocciato il progetto senza il quale egli diventa inadempiente contrattuale, col rischio di risoluzione del contratto, che fa? Migliora il progetto per vederselo approvare, è chiaro! Ma questo, a quanto sappiamo, non avviene. Sta di fatto che nelle more la ditta dei pannelli rinegozia, a suo vantaggio, la fornitura di elettricità al Comune, che ci va a perdere. Ma non solo. Resta la condizione della ristrutturazione del povero complesso di alto valore storico, che continua a deteriorarsi. C’è da supporre che l’obbligato al restauro, visti i costi (sempre irrisori rispetto ai guadagni che sta facendo) voglia scrollarsi di dosso l’impegno convenuto. E allora il Comune di Salerno (Vittorio De Sica, cioè) che fa? Pensa, non si sa sulla base di quali calcoli, di trasformare l’impegno restauratore della ditta nella cifra di 2,4 milioni di euro da fornire per costruire ex novo (sempre la maledetta tentazione del cemento!!!) il centro culturale di cui prima a Salerno. Ma il progetto, per mille motivi, salta, e quindi la ditta dei pannelli resta ancora debitrice del restauro del complesso. Che, ad occhio e croce, vista la mole del complesso, costerà non meno di 10 (dieci) milioni di euro. Alla fine sapete come va a finire? Che nessuno ha iniziato in Tribunale, da parte del Comune, una bella azione civile di risoluzione del contratto, con i pannellisti, per grave inadempimento contrattuale. Il complesso, di proprietà di noi cittadini di Salerno, continua a cadere a pezzi.
La ditta pannellista ha guadagnato un sacco di soldi, nel frattempo, per la crescita esponenziale dell’energia elettrica. E il Comune di Salerno? E’ attualmente in perdita per oltre un milione di euro, più, ovviamente, la mancata ristrutturazione di Villa Baratta. Ora, pare che l’opposizione in Consiglio Comunale voglia mandare la vicenda alla Procura della Corte dei Conti. Sarebbe ora! Aggiungerei, mandatela pure alla Procura ordinaria, perché troppe cose non tornano. E sarebbe il caso che pure qualche associazione riconosciuta facesse il suo esposto in Procura, mettendosi a disposizione per fornire documenti. Dialogando legittimamente, nei limiti del consentito, con i Magistrati. Il giornale Cronache è a piena disposizione, grazie anche ad Alfonso Malangone, per dare una mano nella lettura delle carte e pungolare risposte dignitose.