di Brigida Vicinanza
Al Campolongo Hospital arrivano le prime lettere ai dipendenti di avvio alla procedura di mobilità. “Abbiamo ricevuto la lettera di “preavviso di messa in mobilità” da parte dei nostri datori di lavoro. Le motivazioni sono note a voi tutti e riguardano i tagli che il Commissario straordinario ha voluto formalizzare attraverso i decreti ultimi alle aziende della ospedalita’ privata accreditata del territorio. Siamo indignati da questi provvedimenti scellerati che riducono a mero calcolo contabile un diritto alla salute costituzionalmente garantito”. A scriverlo sono i rappresentanti sindacali dei lavoratori, che vedono in dubbio ora il loro futuro occupazionale: “un atto infame”, come lo definiscono dalle segreterie aziendali. In una lettera al presidente della Regione Campania e a tutto il Consiglio, al Commissario straordinario della Sanità, al Prefetto di Salerno e al sindaco di Eboli, si legge tutto il loro disappunto e la preoccupazione non solo per il loro lavoro e retribuzione, ma anche per i pazienti che si affidavano alle loro cure: “Intere famiglie messe sul lastrico perché a scegliere del loro destino è un taglio incomprensibile alla loro offerta lavorativa che nessuno può mettere in discussione, trattandosi di cure prestate a cittadini che ne abbisognano con urgenza e con prestazioni adeguate alle loro esigenze. Come si può ignorare che dietro a quei calcoli ci sono vite impedite dalla malattia ed occhi che vi guardano in attesa di poter essere liberati dal dolore e dalle angosce di un male che nessuno ha voluto chiamare a sé? Siate responsabili nelle vostre scelte. Dovreste semplicemente guardarvi attorno ed osservare chi vi ha demandato l’onere di difendere e rappresentare i propri bisogni. Si tratta di bisogni primari, di cure ed assistenza, di essere un punto di riferimento e di svolta per chi soffre e ha bisogno di aiuto” – continuano nella nota – Noi lavoratori della Sanità Accreditata facciamo questo, nel silenzio dignitoso di chi presta la propria mansione per restituire anime e corpi alla vita. Non pensiate che facendo degli asettici calcoli ragionieristici, stiate facendo risparmiare alle casse soldi spesi inutilmente, perché non è mai inutile consentire a noi di lavorare per i nostri cittadini ed ai cittadini di essere garantiti nella loro guarigione. Lavoriamo da anni con lo stesso stipendio, sacrificandoci per arrivare a fine mese, viviamo sotto la minaccia costante di contratti dumping per i quali questa Regione non emette una delibera che ne impedisca l’uso da parte dei datori, siamo in attesa degli arretrati contrattuali ed oggi, ancora uno schiaffo per noi, della stessa gravità, che impedisce con la mobilità di poter essere “persone” in questa società”