Pina Ferro
Nuovo avviso di garanzia per l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, per la moglie Monica Paolino e per altre otto persone. Per tutti le accuse, che si aggiungono a quelle già formulate in precedenza. sono di minaccia ed estorsione aggravate dall’articolo sette, tali accuse si aggiungono a quelle già contestate. Nella giornata di ieri gli uomini della Direzione investigativa Antimafia (Dia), agli ordini del colonnello Giulio Pini hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini con contestuale informazione di garanzia, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Salerno e, a firma del pubblico ministero Vincenzo Montemurro, a dieci persone. Oltre all’ex sindaco di Scafati e, a sua moglie l’avviso di garanzia e di conclusione indagini è stato notificato a: Nello Maurizio Aliberti (fratello dell’ex sindaco), Roberto Barchesi, Giovanni Cozzolino, Alfonso Loreto, Ciro Petrucci, Andrea Ridosso, Gennaro Ridosso, Luigi Ridosso. L’attività investigativa condotta dalla Dia di Salerno nell’ambito dell’operazione “Sarastra” hanno consentito di raccogliere significativi elementi di responsabilità a carico degli indagati, i quali sono accusati in concorso di scambio elettorale politico-mafioso. Nel dettaglio Pasquale Aliberti, Nello Maurizio Aliberti e Gennaro Ridosso in concorso tra loro, al fine di evitare che gli organi di stampa omettessero di pubblicare articoli di cronaca giudiziaria che arebbero potuto compromettere lo svolgimento della campagna elettorale del 2013 per la rielezione del sindaco uscente Pasquale Aliberti, nuovamente candidato, avrebbero minacciato di morte la giornalista del quotidiano Metropolis V.C. La giornalista era l’autrice di un articolo inerente un presteso abuso edilizio riscontrato presso l’abitazione della famiglia Aliberti. Su disposizione del candidato sindaco, Nello Aliberti minacciò la redatrice dell’articolo affermando “se non la smetti una volta per tutte di scrivere contro di noi farai una brutta fine”. A V.C. arrivarono anche gli intimorimenti da parte di Gennaro Ridosso: “Sai chi sono io? Ti ammazzo e non faccio ritrovare il tuo cadavere” Gennaro Ridosso, Luigi Ridosso e Alfonso Loreto, sono accusati di di estorsione, aggravata dal metodo mafioso. I tre in concorso tra loro attraverso reiterate minacce indirizzate prima a Carlo Longobardi (deceduto) e successivamente contro Fabio e Aniello Longobardi affinche affidassero appalti per le pulizie all’interno degli stabilimenti conservieri della famiglia Longobardi oltre al versaemento di somme di denaro a saldo di fatture per lavori mai eseguiti. Gennaro Ridosso, Luigi Ridosso e Alfonso Loreto esponenti del sodalizio criminale Loreto – Ridosso operante a Scafati e zone circostanti, secondo l’accusa avrebberò altresì incaricato Andrea Ridosso, Roberto Barchesi e Ciro Petrucci di intrattenere rapporti ed assumere ruoli istituzionali aall’interno della pubblica amministrazione. Nello Aliberti e Maurizio Cozzolino avrebbero avutoil ruolo di intermediazione e collegamento tra il sindaco Aliberti e l’organizzazione criminale Loreto – Ridosso. Sarebbe stato stipulato, secondo la pubblica accusa, un patto di scambio Politico – elettortale – mafioso secondo il quale il sodalizio criminale si sarebbe adoperato per il procacciamento dei voti a favore della coalizione facente capo a Pasquale Aliberti che a sua volta, avrebbe promesso, a fronte dell’ impegno svolto dal sodalizio sia per le amministrative del 2013 che per le regionali del 2015 dove era candidata la moglie di Aliberti, la concessione di appalti pubblici in favore di società controllate dai Ridosso L’avviso di conclusione indagini e di garanzia è stato notificato anche alle persone offese tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, domiciliata presso la locale Avvocatura Distrettuale; ed il Comune di Scafati, in persona del Presidente della Commissione Straordinaria.