di Monica De Santis
Continua a tenere banco il Piano Scuola Estate messo in atto dal Ministro Bianchi. Un piano scuola che ha visto molti dirigenti scolastici unirsi per chiederne la revisione e la rimodulazione. Richiesta fatta attraverso una lettera alla quale hanno aderito al momento oltre 300 presidi di tutt’Italia. Tra i firmatari vi è anche Milena Satriano, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Vietri sul Mare che comprende ben 8 plessi, dislocati su un territorio che parte da Vietri ed arriva fino a Cetara.. “Ho firmato la lettera, perchè in questo momento sono talmente presa nei tracciamenti e nella messa in quarantena che non ho il tempo di pensare al piano scuola. Sono stanca ed anche i docenti lo sono , siamo talmente stremati che non riusciamo a pensare al piano scuola che, se devo dire la verità è estremamente accattivante, ben strutturato, ma è sbagliato il momento e soprattutto non può essere applicato allo stesso modo per tutti i contesti scolastici. Ad esempio, il mio istituto comprensivo comprende 8 plessi e la maggior parte di questi si trovano in località di mare, quindi è difficile che i bambini possano venire a scuola nei mesi di giugno, luglio e agosto perchè loro vanno al mare. Ecco perchè credo che questo piano scuola, così come è stato pensato potrebbe essere ideale per le grandi città, ma non per i piccoli centri come il nostro e soprattutto così vicino al mare. Faccio già fatica a far venire a scuola i bambini dell’infanzia fino alla fine di giugno, figuriamoci a luglio e agosto. Quindi come dicevo, condivido l’impianto del Piano scuola però il contesto non aiuta, c’è bisogno di un recupero della socializzazione, ma forse è meglio rinviare il tutto a settembre”. Perchè crede che questo piano scuola potrebbe funzionare solo nelle grandi città? “Semplice, prendiamo grandi città come Milano o Roma. Le famiglie che lavorano hanno le ferie o a luglio oppure ad agosto, di conseguenza negli altri mesi estivi si devono appoggiare a campi estivi o ludoteche per tenere i loro bambini. Ecco in questi contesti il piano scuola potrebbe funzionare. Ma in altre realtà, più piccole, come la nostra non potrebbe funzionare”. Il piano scuola è su base volontaria, secondo lei i genitori del suo istituto potrebbe aderire? “Francamente non credo. Non ho chiesto ancora a nessuno, ma la vedo molto difficile, come dicevo prima, faccio già fatica a far venire a scuola i bambini dell’infanzia fino al 30 giugno, figuriamoci oltre. Credo che l’adesione o sarà minima o addirittura nulla”. Ma lei ha pensato più o meno a come potrebbe strutturare questo piano scuola per i suoi istituti? “No, non mi ci sono potuta dedicare neanche per un minuto. Pensi che solo oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) ho dovuto mettere una classe terza della scuola secondaria in quarantena, ed una classe quinta del plesso Prezzolini. Senza contare che l’infanzia del plesso Punzi è chiusa fino al 5 maggio così come l’infanzia del plesso Dragonea è chiusa sempre fino al 5 di maggio. Ovviamente quando dico chiuso intendo che gli alunni non sono in presenza, ma la didattica sta proseguendo a distanza. Tutto questo ovviamente crea disagi e problemi. Se fossero tutti in Dad gli alunni le difficoltà sarebbero di meno. Invece adesso mi ritrovo con classi in quarantena, con altre classi in presenza. Con ben dieci docenti in quarantena e con l’obbligo di dover garantire la didattica agli alunni che restano in presenza, utilizzando un altro docente che stia in classe a vigilare ed eventualmente risolvere problemi con la connessione, mentre il docente in quarantena continua a tenere le lezioni stando da casa. Come le dicevo, il docente in classe deve controllare la connessione, perchè altra grande problematica è la rete scadente, purtroppo nelle nostre zone la linea non è stata potenziata e non abbiamo neanche la fibra. Proprio stamattina (ieri per chi legge, n.d.r.) sono andata a fare un collaudo per il laboratorio di informatica a Cetara, per le prove Invalsi, per evitare che i bambini di Cetara venissero a sostenerle a Vietri, come negli altri anni. E purtroppo abbiamo avuto difficoltà di connessione, ed abbiamo fatto un collaudo con un professore che intanto stava in quarantena. Ora tutte queste difficoltà, tutte queste problematiche ci distraggono a fare una fatica maggiore e quindi a non poterci dedicare al piano scuola estate”. Lei cosa sugerirebbe? “Di rinviarlo a settembre. Cominciamo dal primo di settembre, a fare una progettualità. Fino all’inizio del nuovo anno scolastico possiamo prevedere corsi di mattina e di pomeriggio e poi a scuola iniziata proseguire solo il pomeriggio e magari poi continuare anche in altri periodi, come quello delle vacanze natalizie, quando i genitori lavorano e magari hanno bisogno di un aiuto per i bambini periodi”. Quindi per lei il piano scuola è valido ma non il periodo? “Il piano scuola è valido, ma deve essere applicato diversamente. Ogni dirigente scolastico deve avere la possibilità di scegliere il periodo migliore per la sua applicazione”. Nella sua scuola tra le altre cose si svolgono già attività laboratoriali anche all’aperto… “Si, in questo momento ho le 5 scuole dell’infanzia che stanno lavorando in rete. La nostra scuola è capofila della rete Outdoor Education, iniziata a gennaio del 2020 con un convegno al salone dei Marmi del comune di Salerno, quando ancora non avevamo contezza di questa pandemia. Abbiamo fatto un corso di formazione con delle pedagogiste di Bologna, poi è stato sospeso con la pandemia ed ora è ripreso. Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) abbiamo un incontro di musicoterapia e siamo pronti ad avviare un percorso con le sezioni dell’infanzia proprio portando gli alunni all’esterno per far apprendere loro i suoni della natura. Ecco iniziative come questa che prevedono anche laboratori di manualità potrebbero essere inseriti nel piano scuola, ma sempre spalmando queste attività durante un periodo più ampio e non solo nei tre mesi estivi”.