di Erika Noschese
Il centrodestra, in provincia di Salerno, non esiste più. O almeno non riesce ad emergere. Ancora una volta, le elezioni comunali evidenziano il disastro, in termini di voti e preferenze. Forza Italia, anche per l’assenza del coordinatore provinciale, non ha presentato liste con il simbolo di partito; ci ha provato Fratelli d’Italia che, ad Agropoli, ha sostenuto Elvira Serra ma non è riuscito comunque ad imporsi né sul vincitore e men che meno sulle civiche a sostegno della stessa candidata sindaca che, nonostante il flop, riesce ad entrare in consiglio comunale. Quasi assente la Lega che, a Nocera Inferiore ha sostenuto Paolo Maiorino con la sua civica di stampo leghista ma non è riuscito a conquistare uno scranno a Palazzo di Città. Dell’Udc, ad oggi, nessuna notizia: il coordinatore provinciale Ernesto Sica ha tanto parlato di riorganizzazione del partito ma, a conti fatti, sono totalmente assenti dalla scena politica. “ Per noi di centrodestra, a livello nazionale ma a livello provinciale la coalizione non è venuto fuori in maniera soddisfacente, volendo utilizzare un eufemismo”, ha dichiarato senza mezzi termini Guido Milanese, vice coordinatore regionale di Forza Italia che ammette la sconfitta elettorale senza mezzi termini. Onorevole, il centrodestra sembra non esistere più. In provincia di Salerno quasi un flop clamoroso… “Il commento è generalizzato ma non possiamo nascondere le pecche altrimenti si diventa poco credibili. Bisogna dire obiettivamente come stanno le cose, al di là delle solite giustificazioni che si fanno normalmente dopo le elezioni. Per noi di centrodestra, a livello nazionale sono andate benissimo e sono foriere di un successo elettorale alle prossime politiche. Questo, normalmente, ci riempie di gioia perché possiamo avere un governo a guida centrodestra e questo ci dà enormi entusiasmi. Diversa la situazione accaduta in provincia di Salerno ma anche a livello regionale: obiettivamente il centrodestra non è venuto fuori in maniera soddisfacente, volendo utilizzare un eufemismo. Siamo tranquilli, nel senso che dobbiamo fare un’analisi che coinvolge anche i referendum: purtroppo è andato in quel modo perché svuotato dei quesiti fondamentali che abbracciano la giustizia, un po’ confusi tra di loro e la gente ha capito che non serviva ad una vera riforma della giustizia. C’è stata una grande astensione, legata anche al fatto che tutti sappiamo che c’è necessità di una riforma fondamentale ma i referendum non attenevano a questa necessità. È un segnale che è stato dato al prossimo governo anche perché i sì sono prevalenti e naturalmente questo sta ad indicare che il nuovo governo dovrà farsi carico di questa riforma, fondamentale per il nostro Paese”. Torniamo al risultato elettorale del centrodestra… “Non voglio sfuggire alla domanda iniziale relativa alla situazione del centrodestra in provincia di Salerno. Abbiamo il dovere di mettere in moto il meccanismo, la gente vuole essere rappresentata dal centrodestra e dobbiamo ricoptare il consenso, la colpa non può essere degli elettori ma dei responsabili dei partiti che devono avere la capacità di rimettersi insieme senza fare guerre intestine per cercare di ritrovare un’unica ratio, quella che si ritrova a livello nazionale anche per il governo del Paese. Queste elezioni, nonostante a livello personale ho innumerevoli amici eletti in consigli comunali della provincia, ma siamo convinti che nel momento in cui, anche a livello nazionale, daremo le giuste risposte, in Campania il deluchismo sarà smantellato dal nuovo vento che deriva dal nuovo governo con ricaduta in provincia di Salerno e su tutto il territorio”. La mancanza di un coordinatore provinciale può aver influito negativamente? “Assolutamente sì. Le liste non sono state presentate per Forza Italia e mi pare una risposta emblematica. Il tempo c’è, non ci sono elezioni in itinere e dobbiamo decidere un coordinatore provinciale in grado di prendere in mano il partito e traghettarlo verso i risultati migliori. Sento che, in provincia di Salerno, l’elettorato attende questo momento e vuole rientusiasmarsi; è un elettorato silente, arrabbiato ma vuole restare fedele a Forza Italia e alla leadership nazionale”.